L’Unione Europea nasce da un sogno di pace e armonia tra popoli che per millenni si sono sterminati vicendevolmente. Un sogno che comincia a svilupparsi all’indomani del più spietato massacro che la razza umana abbia mai messo in atto. L’Unione Europea nasce, nelle sue intenzioni, per far sì che tutto ciò venga cancellato con un colpo di spugna e che antichi nemici si trasformino in fraterni collaboratori. Un fine oltremodo elevato e ambizioso che nasconde nelle sue viscere le sue fragilità: gli egoismi campanilistici, i nazionalismi esasperati e la grandeur di popoli e governanti che hanno generato quelle macerie su cui si cercava di costruire.

Fino al secondo Dopoguerra tutti coloro che hanno cercato di unire l’Europa l’hanno fatto con gli eserciti. Da Roma a Carlo Magno, Napoleone, Hitler, in tanti hanno guerreggiato per unificare il Vecchio Continente sotto un unico vessillo: il proprio. Il Sogno dell’Unione Europea rappresenta un cambio di direzione in questo: passare da un Io di dimensioni continentali a un Noi transnazionale ed unitario. Il primo testo in cui compare un progetto politico di «pace perpetua in Europa» è addirittura del 1712 (concetto poi ripreso da Mazzini e Cattaneo in tempi più recenti), ma evidentemente i tempi non erano ancora maturi perché governanti e popoli provassero a trasmutare delle belle parole in fatti. Il sangue versato da milioni e milioni di europei nei due conflitti mondiali si è fatto liquido amniotico all’interno del quale sono cresciute le aspirazioni di grandi uomini come Spinelli, Rossi, Einaudi e persino Einstein e Freud.

Il passaggio dalla teoria alla prassi è stato messo in atto da un terzetto di grandi politici del calibro di De Gasperi, Adenauer e Shuman sul finire degli anni Quaranta. Tenendo conto, saggiamente, di tutte le problematiche esistenti subito dopo la Guerra, il Trio ha deciso di procedere verso l’unificazione con cauta gradualità. Un passettino alla volta. La CECA, il MEC, la CEE e via via tutte le altre sigle che hanno unificato i più vari aspetti della vita europea, fino ad arrivare all’€uro (nato per affrancarsi dal dollaro, moneta utilizzata per gli scambi transnazionali anche all’interno del MEC). La prematura scomparsa dalla scena politica di De Gasperi ha però buttato all’aria quel progetto unitario che era stato concepito per arrivare ad uno stato federale europeo. Una Difesa comune e una politica estera ed economica comune avrebbero fatto l’Europa in modo molto più profondo dell’accozzaglia posticcia di norme contemporaneamente centripete e centrifughe che abbiamo oggi.

Oggi il dibattito sull’UE è essenzialmente un sordo urlarsi contro di tifosi pro o contro l’€uro, ma tutte le critiche che vengono mosse contro la moneta unica (anche a ragione) derivano proprio da quella sorda mancanza di comunione di intenti e di comunicazione che li porta a urlarsi contro come tifosi. Non è possibile trovare soluzioni rimanendo fermi dietro la barricata del proprio ego. Bisogna scavalcarla, ascoltarsi e capirsi, ponderare e decidere un qualcosa di utile per tutti: nulla di diverso rispetto alla vita familiare, ma in una famiglia di mezzo miliardo di persone.

Igor Caputo