Mi ricordo che frequentavo la scuola media la prima volta che ne rimasi affascinata. Durante l’ora di inglese sfogliavo il libro di testo e le sue immagini mi rapirono. La sua lontananza la rendeva una terra così irreale: 15613 chilometri in linea d’aria tra me e l’Australia. Mi sono rimaste impresse la sua cartina topografica con Alice Spring al centro, con le sue Ayers Rocks che cambiano colore in base alla luce del sole, l’Opera House di Sydney, la Great Barrier Reef, con i suoi coralli, le sue meduse, i suoi squali. Come se l’isolamento geografico che le permise di distinguersi dal resto del mondo in fatto di clima, flora, fauna, storia e forse anche mentalità, avesse in qualche modo contribuito a creargli attorno quell’alone di fascino e mistero, proprio delle cose che non si conoscono.

E a partire dai miei 12 anni, nutrire lo spasmodico desiderio di un giorno andarci, anche se poi frenato, senza essere attenuato, dalle infinite altre possibilità che mi si sono aperte davanti. Pensare ogni giorno di partire, per poi non partire mai, forse per tenersi lì buono un desiderio non realizzato, con il timore che a realizzare un sogno forse un po’ lo perdi.
E poi ci sono loro, Elena e Alessandro, che sono stati portati dall’altra parte del mondo dalle occasioni, dai desideri, dalle possibilità, dalle mille diverse strade della loro vita. Con la consapevolezza che per ogni sogno espresso, in realtà, ne arrivano altri cento al seguito. Due volti a rendere concreta una realtà, che ora non è più solo fatta di canguri, koala, surf e paesaggi, ma che continuo a guardare da lontano quasi con venerazione. Elena e Alessandro: due volti a testimoniare la veridicità della pericolosa massima “Volere è potere”, e che se volere è partire, basta un volo, e avrai.

Nome e cognome.
E.: Elena Crocchioni
Elena articolo Foreign opportunities
A.: Alessandro Bontempo
Alessandro articolo Foreign Opportunities

Soprannome.
E.: Ele, Crocchi, Nini
A.: ne avevo un paio quando frequentavo le scuole in Italia tipo Bunte o Bonte poi, da quando mi sono trasferito all’estero, tutti mi chiamano semplicemente col mio nome.

Età.
E.: 27
A.: 29

Città nella quale vivi.
E.: Canberra, Australia.
A.: Sydney, Australia.

Città nella quale vivevi prima di partire.
E.: Cuneo.
A.: Caraglio, vicino a Cuneo.

La prima cosa che hai visto stamattina appena ti sei svegliato/a.
E.: la pioggia fuori dalla finestra.
A.: le e-mail sull’Iphone, purtroppo.

Il lavoro che svolgi.
E.: faccio due lavori part-time: al mattino lavoro come attachè presso la Nunziatura Apostolica (ambasciata della Santa Sede in Australia), al pomeriggio sono allenatrice di ginnastica ritmica a “Elementz Rhytmic Gymnastcs”.
A.: Restaurant Manager.

Il lavoro che volevi fare da piccolo/a.
E.: ballerina o acrobata.
A.: chirurgo.

Il sogno nel cassetto.
E.: visitare tutti i paesi del mondo.
A.: avere una casa con giardino con vista sull’oceano a Sydney o a Byron Bay (all’estremo nord dello stato del New South Wales al confine con il Queensland dove il clima è mite/caldo per tutto l’anno), un cane e la possibilità di continuare a viaggiare.

Il sogno fuori dal cassetto.
E.: essere pagata per farlo.
A.: vivere all’estero.

Gli studi che hai fatto.
E.: relazioni internazionali, specializzazione sul mondo arabo.
A.: ragioneria, ITC “F.A. Bonelli” Cuneo

Perché sei andato/a via dall’Italia?
E.: inizialmente sono andata a Parigi per finire l’università e poi in Australia per trovare lavoro.
A.: avendo iniziato a lavorare nel settore della ristorazione quando ero molto giovane la situazione all’estero era più divertente e mi permetteva di guadagnare meglio, in aggiunta, non mi ci è mai voluto più di mezz’ora a fare una valigia.

I motivi per cui ritorneresti in Italia.
E.: amici, cibo e la mamma 
A.: non ce ne sono al momento

Cosa cambieresti nel sistema italiano?
E.: più opportunità lavorative e voglia di dare ai giovani una chance.
A.: non saprei da dove iniziare. Vivendo all’estero da ormai 10 anni e avendo ritmi di vita molto veloci, purtroppo mi sono allontanato molto dalla politica italiana. Nei momenti liberi devo pensare a fare troppe cose e non sempre riesco ad incastrare la lettura di un giornale italiano online; però partirei con volti politici più giovani, meno favoritismi, meno corruzione e mettere davanti gli interessi del Paese rispetto agli interessi personali.

Cosa cambieresti del sistema del Paese nel quale vivi?
E.: un po’ meno burocrazia e certificazioni, infatti per ogni singola cosa richiedono mille certificati e attestati.
A.: il vasto divario che esiste tra la popolazione indigena (aborigeni) e la popolazione che ha conquistato le loro terre poco più di 200 anni fa.

La prima cosa che hai pensato/provato quando sei atterrato in Australia.
E.: finalmente questo viaggio infinito è finito!
A.: non ho prenotato un ostello, dove dormo stanotte?

L’ultima cosa che hai pensato l’ultima volta che sei ripartito/a dall’Italia per ritornare in Australia.
E.: ci vediamo presto!
A.: si mangia troppo bene in Italia ma non vedo l’ora di tuffarmi nell’oceano… arrivederci alla prossima!

Una cosa che vorresti fare ma che ti impediscono di fare.
E.: non mi viene in mente niente di particolare. Da questo punto di vista in Australia puoi fare abbastanza di tutto.
A.: nessuna.

Una cosa di cui vai particolarmente fiero/a.
E.: la mia capacità di adattarmi a qualsiasi situazione.
A.: essere sempre stato capace di fare le scelte che reputavo giuste per me, nella situazione in cui ero, senza perdere di vista gli obiettivi di vita e i goal a lungo termine.

Pensi di rimanere per tutta la vita in Australia?
E.: chi lo sa… vedremo.
A.: sto terminando un affare di lavoro che mi vedrà vivere via dall’Australia per un paio di anni ma si, sicuramente quando reputerò che è tempo di fermarsi e stabilizzarsi, questo avverrà sicuramente in Australia, a Sydney.

Cosa rispondi a chi dice che andare via dall’Italia è una fuga?
E.: non penso sia una fuga, ma la voglia di scoprire posti ed opportunità nuove.
A.: certo, è una fuga che è conseguenza di una serie di cause. Abbiamo il potere di scegliere dove vivere, che lavoro fare e come impostare la nostra vita. Se per una serie di eventi arrivo a trovare una stabilità, che non avevo in Italia, ma che trovo in un Paese estero, perché rovinare il tutto e compromettere un equilibrio che mi fa star bene?

Cosa pensi di chi rimane perché crede di poter riuscire a sistemare le cose?
E.: meno male che ci sono persone che rimangono che la pensano così!
A.: assolutamente non è che tutti dobbiamo partire e andare a crearci una nuova vita altrove. Credo però che un soggiorno all’estero, per breve o lungo che sia, possa sempre aiutare. Può succedere che proprio durante questo periodo di tempo passato lontano, si trovi l’energia e le idee per tornare e fare qualcosa di unico.

Non ti vien voglia di ritornare per dimostrare che non tutto è da buttare?
E.: ogni tanto si!
A.: non è per niente tutto da buttare. L’Italia ha un patrimonio unico che vedi da un’ottica diversa quando vivi all’estero: mi sono accorto che davvero sono nato in uno dei paesi più amati e conosciuti al mondo però no, la voglia di tornare è passata.

Home sweet home: Italy or Australia?
E.: Italy.
A.: Australia sempre di più, specialmente dopo aver ottenuto la cittadinanza e il passaporto.

Un consiglio per chi rimane.
E.: puntare in alto, senza accontentarsi della prima cosa che si trova.
A.: lavora sodo, cerca e cogli senza pensarci troppo le opportunità di crescita, non lamentarti, sii educato e viaggia se puoi (non in ordine).

Uno per chi vuole partire.
E.: non mettere limiti all’avventura e approfittare di ogni occasione che viene offerta.
A.: lavora sodo, cerca e cogli senza pensarci troppo le opportunità di crescita, non lamentarti, sii educato e impara l’inglese (non in ordine).

Fai un saluto a chi ti sta leggendo.
E.: have a g’day mate!
A.: una frase mi è stata impressa parecchi anni fa, durante uno dei miei viaggi, mentre leggevo un giornale di surf. Credo che mi trovassi su un autobus, sull’isola di Fuerteventura nelle Canarie, e faceva così: “Get out of your comfortable zone because that’s when you learn things.”.