La formazione del nuovo Governo presieduto dall’ex Presidente della BCE Mario Draghi ha generato la mancanza di un Ministero dello Sport e questa è una scelta che va in antitesi con l’esecutivo precedente. Ringraziando, da sportivo, l’Onorevole Vincenzo Spadafora per l’ottimo lavoro fatto, ne sottolineo le capacità, in questo momento delicato, di far valere i diritti dei mestieri e delle professioni che sono presenti all’interno del sistema sportivo attraverso una valenza mediatica e successivamente tramite dei sussidi.
In questo momento la non istituzionalizzazione di un dicastero dello sport rischia di far decadere il lavoro che è stato fatto precedentemente alla Crisi di Governo. Questo settore è una realtà che ha bisogno di diritti mentre spesso nella storia della Repubblica Italiana è stato dimenticato dalla politica. Il Governo Draghi ha scelto di non attuare un Ministero senza portafoglio per l’ambito sportivo e tale scelta potrebbe far felice il CONI che, essendo un ente autonomo per motivo storico-politico, ritorna ad avere un ruolo importante mediaticamente con il suo presidente Giovanni Malagò. Allo stesso tempo, però, non avrebbe un ruolo centrale in termini politici perché sappiamo benissimo che la figura ministeriale consente di essere presenti nell’esecutivo e di avere un ruolo principale negli iter legislativi parlamentari soprattutto in questo momento che il MES e il Recovery Plan sono dei sogni possibili.
Calandoci nello sport territoriale è presumibile che un rischio sia legato fortemente allo sport dilettantistico che è fermo da un anno e per gli studiosi o intellettuali sportivi è basilare sapere che questo tipo di realtà è il trampolino di lancio per i giovani talentuosi ed il bacino di pesca per le serie maggiori che, se hanno bisogno di investire sui progetti giovanili, vanno ad attingere proprio in tale categoria. Per non parlare delle realtà economiche come la vendita dei biglietti agli spettatori, la sponsorizzazione delle realtà sportive locali da parte delle piccole-medie imprese che, se “aprono e chiudono” continuamente e con orari limitati, è difficile che continuino a sponsorizzare lo sport locale per i prossimi anni, insomma una sorta di circolo vizioso che ha il sapore amaro per i lavoratori, i volontari e gli appassionati di questo ambito. Oltre al discorso economico, ricordiamoci che lo sport locale ha uno scopo altamente educativo-pedagogico per i bambini, ma anche un servizio sociale per i genitori che spesso essendo costretti a lavorare entrambi, possono contare per i propri figli su delle istituzioni che svolgono un servizio educativo sportivo di grande utilità per la comunità. Comunque, occhi aperti, analizziamo, osserviamo e staremo a vedere…
Michele Gerboni