Quante volte ti sarà capitato di andare a letto e, una volta sotto le coperte, di ricordarti di avere un capitolo di quel libro tanto amato in sospeso, per poi chiederti: “Come farò a riposare davvero col desiderio così intenso di sapere cosa avverrà dopo?”. Dunque, allunghi il braccio verso il comodino e afferri il libro, pronto a leggere. Ed ecco che un nuovo pensiero ti perseguita: “E se leggendo con così poca luce, la mia vista si rovinasse?”.
Non c’è affatto il caso di preoccuparsi: non vi sono infatti prove secondo le quali leggere in condizioni di bassa luminosità provochi danni agli occhi.
Se da un lato però è vero che la vista non corre pericoli, dall’altro è certo che nel momento in cui la luce è fioca il contrasto tra le parole e la pagina non è così forte: è quindi richiesto agli occhi un maggiore sforzo per distinguere le parole. Ne consegue che la lettura risulti più faticosa e gli occhi stanchi.
Più nel dettaglio, cosa succede all’occhio quando legge con luce tenue?
Quando si cerca di distinguere lettere e parole dal resto della pagina, in condizioni di scarsa luminosità, vengono utilizzate due specifiche parti dell’occhio: il muscolo ciliare, che va ad accomodare il cristallino (in parole più semplici avviene la messa a fuoco degli oggetti posti a distanza ravvicinata), e i bastoncelli; in questi ultimi è presente una proteina (radopsina), inattivata alla luce, ma che si riforma in condizioni di oscurità. Con luce fioca, quindi, la struttura molecolare cambia: la lettura è più faticosa, ma, come già accennato, non pericolosa: gli occhi stanchi e affaticati, infatti, potranno rilassarsi non appena chiusi.
Dunque, se sei solito avere un libro fra le mani prima di addormentarti, non preoccuparti riguardo alla poca luce, ma termina tranquillamente quel tanto atteso capitolo.