A 6 anni devi saper leggere, a 13 devi avere già un’idea di cosa vuoi fare da grande perché devi scegliere la scuola più adatta a te per prossimi cinque anni, a 18 devi prendere la patente e il diploma e quindi scegliere cosa fare della tua vita, a 22 tocca alla prima laurea e magari a un fidanzato/a, a 30 dovresti avere un buon lavoro e iniziare a pensare alla famiglia e così via per il resto delle nostre vite.
Fin da piccoli impariamo che per ottenere l’approvazione degli altri ed essere felici è necessario soddisfare alcuni standard entro determinati archi di tempo. Ci deve essere un obiettivo per ogni ambito della nostra vita: dall’essere i migliori a scuola ad andare all’università per poi avere un lavoro come si deve. Ci viene insegnato che c’è un’età adatta per tutto. Traguardi da raggiungere necessariamente entro un preciso periodo di tempo. Tutto questo forse perché è più facile categorizzare tutto per non pensarci. Sapere esattamente cosa sia giusto fare in ogni momento della vita. Seguire delle istruzioni sociali per non essere giudicati. Nessuno ti potrà giudicare se a 19 anni fai l’università ma se sei fuori corso a 25 anni o se torni a studiare a 40 anni allora lì sì che è un problema. Ma c’è davvero un’età giusta per tutto? Tanti hanno paura di essere indietro rispetto alle tappe della vita che la società considera consone per loro. Un fenomeno che tra i giovani si è addirittura acutizzato in questo periodo perché ci si sente di “aver perso tempo”. Negli ultimi due anni i dati su ansia, depressione e tasso di suicidi tra gli adolescenti ci dimostrano come questa pressione, in molti casi, sia diventata insostenibile. Anche se in parte è normale che certi eventi ci accadono in determinati periodi della nostra vita,certe volte la pressione sociale intorno al raggiungimento di alcune tappe è esasperata e non tiene conto della storia personale di ognuno di noi. Questo porta le persone a sentirsi inadeguate se non raggiungono gli stessi obiettivi dei loro coetanei in una tempistica adeguata. Essere fuori dagli standard viene vissuto come una vergogna. Il bello è che siamo tutti intrappolati in questi meccanismi, chi più chi meno, ne siamo inevitabilmente condizionati. Ma se fossimo dei Late Bloomers? Forse non siamo tarati per rispettare alla lettera gli standard imposti dalla società. Forse siamo delle persone che “sbocciano tardi” cioè sviluppano talenti e capacità anni dopo i propri coetanei, a volte superandoli. Sono spesso persone considerate indietro rispetto alle tappe della vita ma che hanno solo bisogno di aspettare il momento giusto per sbocciare. La vita non è una legge fisica universale: J.K.Rowling era una madre trentenne e disoccupata quando riuscì a pubblicare il libro Harry Potter diventando così famosa in tutto il mondo. Julia Child ha scoperto una passione sfrenata per la cucina francese a 50 anni, diventandone uno dei massimi esperti mondiali.
Pensare di essere troppo vecchi per cambiare, arrendersi e seguire la corrente è la strada più semplice che ci viene in mente. Bisogna trovare il coraggio di ascoltare il proprio bisogno di lentezza, il proprio tempo interno. Presto o tardi l’importante è trovare la propria strada per fiorire. Meglio essere Late Bloomers che sentirsi sbagliati per tutta la vita senza riuscire a cambiare.