Noi, i Terrestri, l’abbiamo chiamato Kepler-452b. Kepler, come il telescopio spaziale della Nasa che l’ha scoperto. Poi un numero ed una lettera, senza significato per la maggior parte delle persone che lo leggono. Un codice che di certo non dice nulla delle particolarità che hanno reso questo pianeta così interessante ai nostri occhi.

Kepler-452b ha un diametro maggiore rispetto a quello della Terra, ed è più antico, ma orbita intorno ad un astro con caratteristiche molto simile al Sole, ad una distanza che coincide con quella tra il nostro pianeta e la sua stella. In altre parole Kepler-452b è, come è già stato definito, un “cugino” della Terra.

Non è il primo pianeta scoperto ad essere simile al nostro. E si trova a 1400 anni luce dalla Terra. Questo lo rende, con i mezzi che abbiamo a disposizione, irraggiungibile per un essere umano. Eppure in questi giorni ha esercitato una certa attrazione sui nostri pensieri.

Perché? Di certo è un’interessante scoperta scientifica, ma forse Kepler-452b ci dà un’altra possibilità, invita la nostra fantasia anche in un altro modo. Dà alla Terra l’opportunità di guardarsi allo specchio, di osservare le sue condizioni dall’esterno. Questo “cugino” potrebbe fare da modello al nostro pianeta. Possiamo osservare Kepler-452b, che è un miliardo e mezzo di anni più antico, per capire quale sarà il destino della Terra? Ha ospitato forme di vita? Ne potrebbe ospitare?

Insomma, forse questo misterioso pianeta non ci interessa solo per le caratteristiche che ha, ma anche perché ci sembra che possa rispondere a qualche domande sulla Terra, su noi stessi. Un po’ come quando, guardandoci allo specchio di sfuggita, catturiamo un’angolatura del nostro viso che non siamo abituati a vedere. Qualcosa che riconosciamo in noi, ma che non aderisce esattamente alla nostra idea. Qualcosa che, con il suo essere simile ma non identico, e in questo caso anche molto lontano, sembra celare le nostre risposte.