Cosa succede quando non si possono più fare spettacoli dal vivo ma si vuole fare uno spettacolo in diretta streaming che non sia «semplicemente “gruppo-che-suona-davanti-a-telecamera” (cit.)»?
Succede che i lavoratori del mondo dello spettacolo non si arrendono, si mettono al lavoro insieme, trasformano un teatro, contattano artisti, fino a creare qualcosa di completamente diverso: Stasera Non Viene Nessuno è questo e molto altro. E il pubblico? Il pubblico non è presente ma in qualche modo c’è, è coinvolto in modi alternativi e si fa sentire, diventando coprotagonista della diretta.
Ho fatto qualche domanda ai brillanti ideatori di SNVN, questa serie di originali spettacoli in diretta streaming trasmessi dal Teatro Toselli di Cuneo (potete recuperare tutte le puntate su staseranonvienenessuno.it o direttamente su YouTube). Dalle loro risposte, tra una battuta e l’altra, emerge forte la voglia di tornare a fare spettacoli dal vivo, ma anche la speranza che sia dato un nuovo e più giusto rilievo a questo settore. Ed è anche questo che ha fatto SNVN: non solo offrire ottima musica, recitazione, comicità ma anche raccontare il mondo dello spettacolo in modo diverso, mettendo in luce le limitazioni e difficoltà dei lavoratori (già diffusamente presenti prima della pandemia) per creare nuove prospettive, nuove vie.
Da amante di concerti e spettacoli di ogni genere e da componente del pubblico da casa di Stasera Non Viene Nessuno posso dirvi questo: sappiamo tutti che ciò che si crea quando artisti e pubblico si incontrano dal vivo è insostituibile ma la sera di Natale, un’altra serata in cui restare a casa, la diretta di SNVN mi ha fatto sentire per un attimo lì. Lì dove divertimento, birra, significati, empatia ed emozioni di vario tipo si mischiano, dove ti senti parte di qualcosa di più grande, dove un collegamento fatto di musica e parole ti unisce a tutti gli altri che sono parte del pubblico e a chi si sta esibendo e su quel palco sta dando il meglio di sé. O forse musica e parole ti uniscono anche a tutti gli altri esseri umani, ti aiutano a comprenderli, a metterti nei loro panni, ad aprire la mente ancora una volta, ancora un po’ di più.
Grazie SNVN: noi non siamo potuti venire da voi, ma voi a noi siete arrivati.
1) Come nasce e con quale intento l’idea di «Stasera Non Viene Nessuno»?
L’idea iniziale di SNVN è nata in quella dozzina di giorni tra lo stop agli spettacoli dal vivo e il primo lockdown di inizio marzo. Con i Lou Tapage volevamo fare uno spettacolo in diretta streaming che non fosse semplicemente “gruppo-che-suona-davanti-a-telecamera”. È chiaro che lo spettacolo dal vivo è insostituibile e non riproducibile a distanza, tanto vale divertirsi e fare qualcosa di completamente diverso: trasformare il palco di un teatro vuoto in un salotto, dove i lavoratori dello spettacolo si ritrovino a chiacchierare, magari anche a suonarne due ma soprattutto a raccontare quel mondo dietro le quinte solitamente nascosto al pubblico. A Claudio Allione (super fonico) e Simone Drocco (Varco – Campeggio Resistente) è piaciuta l’idea e abbiamo iniziato a lavorarci su. Al gruppo si sono poi uniti l’Orchestra della Centrale e una squadra di tecnici e artisti che hanno creduto al progetto e hanno dato un contributo immenso nel realizzarlo.
2) Per molti lavoratori dello spettacolo il pubblico è parte integrante dell’esibizione artistica: ogni replica può risultare un po’ diversa ogni volta anche per questo scambio interattivo tra chi si esibisce e chi assiste. Quali sono stati i pro (se ce ne sono stati) e i contro di organizzare spettacoli senza il pubblico in carne ed ossa?
Il pubblico non era presente in sala, vero, ma c’era. Abbiamo cercato di rimediare alla distanza con il “balconcino social-ista”, con Guido Canepa e Stefano Bertaina a fare da ponte tra il pubblico da casa e il palco. Nel corso della diretta il pubblico aveva la possibilità di intervenire e interagire con lo spettacolo tramite la chat di YouTube e le pagine dei social. Non era la stessa cosa, chiaro, ma ha creato situazioni e interazioni che difficilmente sarebbero possibili dal vivo.
Il lato positivo è che a fine serata non devi fare il giro della sala per pulire e recuperare i bicchieri vuoti, il lato negativo è che non hai nessuno con cui bere.
3) Artisti e musicisti come hanno accolto il vostro invito a partecipare?
All’inizio è stato complicato spiegare cosa volevamo fare ma una volta arrivati in teatro tutti gli artisti si sono sentiti a casa, hanno fatto proprio il salotto di SNVN. E a fine serata ci siamo sempre salutati con gli occhi umidi. Forse era amore, forse era Covid.
4) Qual è stato il feedback del pubblico da casa?
In chat sono arrivati feedback di ogni tipo, dagli apprezzamenti agli insulti personali, passando per le compravendite di Fiat Panda usate. Tirare le somme è difficile, ma con il senno di poi sarebbe stato meglio comprare il modello 4×4.
5) Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
Per quanto SNVN sia stato un laboratorio sperimentale stimolante, creativo, divertente, etc., etc., etc., ci ha comunque lasciato immutata la voglia di tornare a fare spettacoli dal vivo.
6) Cosa vi augurate per il futuro del mondo dello spettacolo?
Non di tornare com’era prima. E ci riferiamo alle condizioni contrattuali dei lavoratori dello spettacolo. Ci auguriamo che questa triste tabula rasa possa se non altro essere un’occasione per ricostruire da capo il sistema, cambiandolo in meglio. Detto così sembra più un appello del papa, quindi concluderemo con una frase più sobria: «Date una carezza ai vostri figli e ditegli: questa è la carezza di Stasera Non Viene Nessuno».