Fin da quando siamo piccoli ascoltiamo ciò che succede attorno a noi. Per essere più precisi, l’apparato uditivo inizia a formarsi alla nostra ventesima settimana, quando ancora siamo nella pancia della mamma. I suoni che percepiamo stanno al di là del nostro guscio protettivo ed è così che cominciamo a conoscere il mondo esterno, ancora prima di vederlo. Tramite l’udito ci creiamo i ricordi, riconosciamo le persone e, facendoci attenzione, anche i luoghi. Infatti ogni posto ha un suono diverso, ogni città, ogni stanza della nostra casa. Il silenzio non esiste, neanche quando pensiamo di starlo ad ascoltare. Però attenzione, sentire e ascoltare sono due cose completamente diverse. Sentendo captiamo i rumori, ascoltando li assimiliamo, li memorizziamo e li comprendiamo.
Questo è ciò che mi ha raccontato Chiara Luzzana al MARKETERs Festival a Vicenza, durante un sabato mattina uggioso di novembre. Chiara ha sempre amato il rumore, il suono. Da piccola suonava la chitarra, il pianoforte e per poco non ha cominciato a frequentare anche lezioni di batteria. Crescendo ha capito che poteva fare di questa passione il suo lavoro. Oggi Chiara è una compositrice, sound designer e artista sonora, registra i suoni della vita di tutti i giorni e traduce la realtà in musica. Da più di 10 anni partecipa a progetti, sperimenta e costruisce microfoni e strumenti per l’ascolto degli oggetti quotidiani. «Quando lavoro con i suoni sono un’esploratrice, li devo scoprire nei lati più nascosti. Mi piace dare voce a ciò che è nato senza».
Il suo primo grande progetto è stato realizzato per la mostra Swatch Faces 2015. La sua idea è stata geniale e del tutto innovativa. Come ha detto lei, si è rinchiusa in una sorte di bunker in Germania e si è fatta dare tanti e diversi modelli di orologi Swatch. Ha rivelato che ognuno di essi produceva un suono diverso, generati dallo scatto della lancetta, dalla vibrazione del vetro, dal rumore della chiusura e apertura del cinghietto. Grazie a dei microfoni appositamente costruiti e al suo udito impeccabile, Chiara ha creato la colonna sonora per la pubblicità della Swatch, realizzata esclusivamente con i suoni degli orologi. Un esperimento del tutto nuovo, unico e inimitabile.
Il capolavoro di Chiara è però stato, senza dubbio, The sound of city. Nel 2014, l’artista ha iniziato a viaggiare in giro per il mondo, visitando le sue caotiche metropoli. Ha ascoltato ciò che la circondava, è andata alla ricerca dei luoghi più nascosti e intimi, ma ha anche esplorato i più comuni. Per Chiara le città sono una fonte preziosa di riflessione. Ogni rumore casuale diventa musica. Ha confessato che per riuscire a camminare a caso per la città per 24 ore e stare attenta a ciò che la circonda, deve imporsi alcune regole, perché altrimenti rischia di essere troppo vaga. Deve prepararsi fisicamente e mentalmente, perché, aldilà degli aspetti piacevoli della musica, questo progetto è faticoso sotto molti aspetti. Però di base c’è un principio che per lei è inalienabile, ed è che per raggiungere il piacere, occorre fare fatica. Per lei il suono è anche fatica: «La registrazione perfetta è fatica».
La prima città ad essere registrata è stata Shanghai, ora la sua colonna sonora si può trovare su Youtube, il suo primo ascolto da parte del pubblico è stato ad ottobre 2016 alla Biennale di Shanghai e al TEDx. Ha poi anche esplorato Milano, New York, Zurigo, Tokyo, Venezia.
«Ho ideato e creato il progetto mondiale The sound of city per indagare nell’intimo sonoro di ogni “giungla di cemento”. Ogni luogo ha qualcosa da raccontare ed un’anima da mostrare; io trasformo in musica quei suoni, quelle frequenze armoniche e quei rumori, che nella vita quotidiana passano inosservati. Ed è così che un semaforo diventa un sintetizzatore, un clacson, un sassofono, tombini drum machines e vociare orchestre d’archi».
Chiara mi ha trasmesso un’enorme voglia di esplorare, di girovagare per i luoghi remoti del mondo. Di arrivare su un’isola deserta, in cima ad una montagna o un grattacielo, rimanere zitta e provare ad ascoltare. Trovare il ritmo, la melodia e la connessione con ciò che realmente mi circonda.