Il problema dei tre corpi è una delle serie tv Netflix più recenti, creata dai due noti produttori de Il Trono di Spade, David Benioff e Daniel B. Weiss, e da Alexander Woo. Il nome dei produttori, il cast di qualità, i 200 milioni di dollari spesi per realizzarla… tutti fattori che avevano creato un forte hype già prima dell’uscita della serie tv. Ma le aspettative sono state soddisfatte o sono state frustrate?
Il problema dei tre corpi, ispirata all’omonima trilogia dello scrittore cinese Liu Cixin, tratta di un gruppo di fisici londinesi che si trova coinvolto in una serie di eventi sinistri: il suicidio di una collega, che si configura come l’ennesima morte di uno scienziato autorevole; dei fenomeni fisici inspiegabili che mandano in tilt gli scienziati di tutto il mondo; delle strane allucinazioni che sembrano causate da psicosi di massa…Tutte problematiche che in breve tempo trovano spiegazione con la possibilità di una presenza aliena. Ecco svelato il genere della serie, si tratta di un prodotto sci-fi sugli extraterrestri. È stata proprio questa scelta tematica a comportare le critiche di chi ritiene l’argomento ormai banale e poco impressionante.
Tuttavia, questa serie tv è davvero così banale come appare ad alcuni? Ebbene, io ritengo che solo un approccio superficiale possa far pensare che il fulcro della serie sia semplicemente quello di presentare l’ennesimo mondo parallelo e distopico: il pretesto della presenza aliena è utilizzato per una ben più ampia e significativa riflessione su che cosa sia il progresso umano e dove questo ci stia conducendo. Il problema del progresso, infatti, è che presenta due facce opposte e complementari: da un lato sembra essere assolutamente necessario per la razza umana, dall’altro è esso stesso a essere la prima causa della distruzione e della sofferenza di uomini ed ecosistemi. Così, in questo dimenarsi tra necessità e nocività dell’evoluzione scientifica, i personaggi della serie tv intavolano i seguenti grandi interrogativi: il progresso è un dovere? Gli scienziati sono sempre nel giusto ed esenti da responsabilità morali? Quanto delle nostre disgrazie è dovuto alle invenzioni scientifiche? Non solo: la serie è anche capace di sviluppare dinamiche ben più vicine a noi, di problemi della vita quotidiana: relazioni amorose, lavoro, famiglia, malattie; tutte tematiche che – seppur sviscerate fin dalla notte dei tempi – sono trattate con una profondità che non cessa di comunicare qualcosa di nuovo allo spettatore.
In altre parole, i personaggi sono sia persone immerse nelle problematiche della vita, sia impersonificazioni di problemi morali e di riflessioni filosofiche. Il tutto senza sottrarre spazio a un succedersi di eventi estremamente avvincente, che rende la serie fruibile anche a chi fosse poco interessato alla speculazione metafisica. A mio avviso, quindi, Il problema dei tre corpi riscopre una profondità spesso dimenticata dall’industria della serie tv ed è per questo motivo che ha riscosso già molto successo (in Italia, ad esempio, è una della serie tv più viste dell’anno) e – a buon diritto – ne sta riscuotendo sempre di più.