Il tempo e l’esperienza hanno reso l’uomo capace di studiare e sviluppare tecnologie sempre più grandi e sempre più piccole. Ma possono realmente esserci utili? A Basilea, per esempio, hanno pensato a un modo di usare la nanotecnologia che potrebbe rivelarsi meravigliosamente efficace.
Nonostante i grandi passi avanti compiuti in medicina, per molte malattie infettive non esiste ancora un vaccino e i farmaci attualmente usati sono sempre meno incisivi perché i parassiti sono in grado di evolversi per resistere al loro effetto. Servono quindi nuove strategie per combattere malattie come la malaria, che ogni anno secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), uccide 600000 persone, soprattutto bambini.
I parassiti della malaria invadono i globuli rossi dell’uomo, vi si nascondono e poi si replicano, facendo scoppiare la cellula, per poi infettarne altre. I ricercatori dell’Università svizzera di Basilea hanno pensato di ricorrere a una delle nuove frontiere per sviluppare un sistema in grado di spezzare questo ciclo: le nanotecnologie. Non a caso la ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica ACS Nano.
Il gruppo di ricerca, capitanato dai professori Cornelia Palivan e Wolfgang Meier, ha pensato di servirsi della “NANOMIMICA”, cioè della costruzione di strutture microscopiche capaci di imitare quelle delle cellule umane. Con questa idea hanno costruito una membrana analoga a quella dei globuli rossi, che, perciò, inganna i parassiti. Nello specifico hanno ideato delle bolle artificiali sulla cui superficie si trovano i recettori tipici della cellula ospite per i parassiti. Addirittura sono riusciti ad ottenerle ponendo semplicemente i recettori e i componenti della membrana in una soluzione acquosa: le bolle, infatti, sono in grado di autoassemblarsi! Se esse vengono iniettate nel sangue di un paziente malato, l’infezione può essere circoscritta e sconfitta. Dopo aver attaccato un globulo rosso, il parassita ne causa lo scoppio e poi, al posto di infettarne un altro, attacca la bolla artificiale. La diffusione dei parassiti viene così fermata; inoltre rimanendo legati alla membrana delle finte cellule, gli ospiti sgraditi del nostro organismo diventano facilmente attaccabili dal sistema immunitario.
Grazie a molteplici osservazioni, i ricercatori si sono assicurati della bontà della loro scoperta e possiamo quindi considerare la “NANOMIMICA” non più un termine particolare, che digitato su Google non produce alcun risultato, ma un prospetto realmente interessante per la medicina del futuro. Nonostante questo studio sia avvenuto sui parassiti della malaria, il metodo di azione è replicabile per tutte le malattie che si sviluppano allo stesso modo. Infine, proseguendo con le sperimentazioni e affinando le tecniche, può anche essere pensato un vaccino, una soluzione che permetterebbe col tempo di cancellare molte malattie infettive.
La smania dell’uomo di indagare con i mezzi che ha e con quelli che è stato capace di costruire non è soltanto una risposta alla necessità di conoscere, ma può salvare delle vite. Questo penso sia il motivo per cui essere ottimisti significa credere nel progresso.
Marco Brero