Tutto è completamente, interamente nero. Ho gli occhi aperti o chiusi? Sto sognando o sto vivendo la realtà? Allungo la mano come per afferrare qualcosa davanti a me. Ovviamente sfioro solo aria. Perchè è così buio? Non è possibile.. non vedo neanche la mia mano! No davvero non ce la posso fare! Un calore sale da dentro il petto, le gambe mi mancano, tremano. Le forze mi abbandonano e il mio respiro si sta facendo affannato, irregolare, discontinuo. Non resito più in piedi! TOC! Il respiro sta rallentando e finalmente riesco a capire in che posizione mi trovo, perchè le ginocchia stanno toccando il pavimento e le mie mani anche. Che sicurezza il pavimento.. mi ricorda la mia infanzia. D’estate avevamo questa barca a vela molto bella. Era di colore blu scuro, scuro come le notti. E il parquet in legno sul ponte era color mogano intenso. Ci gattonavo sopra e il calore che proveniva da esso era innaturale. Ma ora non era caldo, no. Questo pavimento era freddo come il marmo. Inoltre mi sembra che si muova. Vedi? Quei due listelli si muovono.. ma aspetta ci vedo! Ahah sì finalmente! Chissà se sono i miei occhi che si sono abituati o si è accesa qualche luce! Mi scruto intorno e in effetti mi sembra di notare un pallido pallore in lontananza. No non è possibile. E invece sì è proprio una luce! Possono salvarmi! Ci sarà qualcuno che mi aiuterà! Ahhh sì sento già i canti degli uomini al bancone e le musiche monotone! Adesso che vedo quella luce mi accorgo di qualcosa.. ho fame! Come ho fatto a non accorgemene subito. Inizio a tastare il pavimento intorno a me e.. aspetta.. ai miei lati sento dei bordi. Eh sì! Ma sono in una scatola? No è arrotondata. Provo a avvicinarmi al bor.. occazzo. Si è mosso il pavimento! Si sta muovendo il pavimento! Ma sono drogato? Proprio ora che pensavo di avere trovato il suolo? Ma forse.. maddai come è possibile.. non ci credo. Eppure. Eh sì.. sono su di una barchetta alla deriva. Per fortuna la luce si sta facendo più forte, ora le mie mani le vedo. E ora? Non so ho bisogno di pensare, meglio se mi sdraio. Una delle sensazioni peggiori è quella del cranio che poggia su di una superficie dura. Ti senti vulnerabile. Bastarebbe una piedata sul naso ad uccidermi. Ma pensiamo alla mia situazione. Sono su di una barchetta, senza cibo e affamato, senza sapere in che paese sono e senza sapere.. chi sono. Per caso sai chi sono? Come è possibile che non mi ricordi.. io sono io! Tutto cioò che mi circonda mi definisce. Io sono la mia vita! Ma la mia vita non me la ricordo. Sono come una lavagna scolastica. Per tutto il giorno il professore scrive numeri su lettere e poi basta un gesto della mano della bidella che tutto svanisce. E ora? Forse devo scrivere delle cose nuove. O forse è meglio ricordarsi quelle vecchie? Ma che cazzo ne so. Ho fame! Chissene frega delle lavagne, no? Se solo avessi un pani.. GNEK! Oddio un rumore alle mie spalle! Mi volto in fretta e furia come quei pesciolini da acquario che si mettono sull’attenti quando batti con il dito sul vetro del loro limite. Non credo ai miei occhi c’è una persona. C’è stata tutto il tempo! Ma io ho parlato o pensato? Non lo so era troppo buio per saperlo. E’ una ragazza ed è rannicchiata. Almeno credo che sia una ragazza.. ha i capelli lunghi che scivolano sulle nude gambe e si incontrano con il pavimento. Dovrei parlarle? La conosco? Mi conosce? Ho fame. Aspetta si è mossa! Cosa sta facendo.. si sta per alzare e.. è saltata! Tendo la mano sinistra avanti per proteggermi ma invano.. è saltata fuori dalla barca! Che sollievo.. pensavo volesse attaccarmi! In effetti se avesse voluto attacarmi avrebbe potuto farlo prima, quando non sapevo della sua esistenza. Non ho sentito nessuno spruzzo! Sono sicuro di essere su di una barca? La luce ora è vicina! Ma la barca si sta inclinando verso il basso! Oddio stiamo cadendo! Cioè sto cadendo! Non ho neanche più qualcosa sotto i piedi! Solo aria.. aria ovunque! Sono aria! Che bello però.. sto volando, verso l’ignoto.
Stefano Lomartire