Sono due i principali presupposti che deve avere un cuore per essere trapiantabile: deve ancora battere e deve provenire da un corpo cerebralmente morto. Insomma la carne deve essere ancora calda. Almeno fino a poco tempo fa. Lo scorso marzo infatti sono state scardinate le premesse base che consentivano di trapiantare un cuore. Regno Unito, Papworth Hospital, nel Cambridgeshire accade la rivoluzione: per la prima volta in Europa, medici e ricercatori si sono uniti e hanno creato dalla quiete il battito. Fermate un cuore, morirà. Ma non tutto ora è più perduto: ricerche e sperimentazioni hanno reso possibile trapiantare in un corpo vivo e malato un cuore morto, ma sano, riattivato attraverso un’apposita pompa. Un cuore, lo scorso marzo, è stato resuscitato, insieme alle speranze delle migliaia di pazienti iscritti alle liste d’attesa. Secondo i medici inglesi l’aumento del numero di trapianti di cuori del Regno Unito subirà un incremento del 25%.
C’è dunque un possibile risvolto tangibile a questo risultato rivoluzionario. L’uomo può arrivare lontano quando si parla di salvare la vita di un altro uomo. Un cuore si è fermato, ma è stato resuscitato. Non è un miracolo, è il risultato di sudore, dedizione, intuito, scienza. Eppure, per l’uomo al quale è stato impiantato lo è. Lui si che urla al miracolo.