Lo scorso febbraio è uscito in libreria per Rizzoli il nuovo libro di Luca Beatrice “Da che arte stai”. Già autore di altre pubblicazioni nell’ambito dell’arte contemporanea Luca Beatrice è critico d’arte e docente all’Accademia Albertina di Torino.
Non si tratta di un manuale tradizionale di storia dell’arte ma di una serie di focus sui movimenti e personaggi cardine del mondo dell’arte del XIX secolo, un argomento spesso complicato e difficilmente comprensibile. Ma veniamo al dunque elencando qui di seguito alcuni degli elementi più interessanti di questo libro.
In primo luogo il testo risponde molto bene alla tanto temuta domanda “Ma quando comincia l’arte contemporanea?” Generalmente l’inizio del contemporaneo viene fatto coincidere nei manuali di scuola con la Rivoluzione Francese del 1789. Una data per noi troppo lontana e che poco ci sa di contemporaneità. Il vero inizio sarebbe quindi riconducibile all’invenzione della fotografia e alla sua prima applicazione al mondo dell’arte. La tecnica fotografica costituisce una vera e propria cesura con la storia dell’arte precedente. Essa introduce infatti la possibilità di catturare in modo perfetto la realtà sottraendo alla pittura la sua componente di ricerca scrupolosa della verosimiglianza per innestare una riflessione più attenta sui suoi linguaggi. Questo avviene per la prima volta con l’impressionismo che per primo esce dagli atelier per dipingere en plein air ragionando sulla luca e struttura del dipinto e non più sulla sua fedele aderenza alla realtà. Si tratta del principio dal quale scaturisce il grande motore dell’arte contemporanea giunto fino a noi.
Un altro focus sono le avanguardie storiche. Il termine avanguardia deriva dal gergo militare e viene comunemente utilizzato per definire i soldati combattenti delle prime file. In campo artistico si parla di avanguardie a partire dal ‘900, esse in meno di vent’anni diventano le protagoniste indiscusse del mondo artistico. Da manuale il primato spetta all’Espressionismo tedesco che fa la sua comparsa nella Germania del 1905, mentre come Beatrice mette molto bene in evidenza la prima avanguardia italiana è il futurismo che nasce il 20 febbraio 1909 con la pubblicazione del Manifesto futurista su Le Figaro. I suoi protagonisti furono Boccioni, Balla, Depero e non solo.
Venendo alle lezioni dedicate alla scoperta degli artisti, alcuni dei ritratti più interessanti sono sicuramente quelli dedicati all’arte delle donne. Spesso quando si parla di donne nell’arte il primo nome che appare nella mente di tutti è Frida Kahlo, personaggio molto popolare al giorno d’oggi, culto della cultura pop, ma la cui prima mostra fuori dal Messico avvenne solo nei recenti anni ’80. Ma oltre a Frida c’è un altro grande mondo fatto di importanti nomi di donne la cui attività ha fortemente cambiato il sistema dell’arte. Parliamo di Marina Abramović e Barbara Kruger. La prima, famosissima per le sue performance, pone al centro delle sue riflessioni il proprio corpo di cui indaga la resistenza e i limiti. La Kuger invece studia con la sua opera le dinamiche comunicativa, in particolare i rapporti tra immagine e parola scritta e il mondo della comunicazione consumistica con il suo famoso “I shop therefore I am” derivante inglese dell’affermazione cartesiana “Cogito ergo sum”.
In conclusione si tratta di una lettura interessante che scardina e semplifica molti interrogativi del contemporaneo. Lettura leggera adatta ad ogni tipo di pubblico, anche coloro che vogliono approcciarsi per la prima volta a questo interessante mondo.