Gentile signora, o caro signor, presidente della Repubblica Italiana,

non so chi sia semplicemente perché i nostri rappresentanti riuniti devono ancora eleggerLa. Le scrivo comunque a scanso di equivoci prima che venga eletta, perché se poi uno dà i consigli dopo l’elezione può essere tacciato di avere degli interessi personali, delle amicizie, delle conoscenze. In questo Paese è terribilmente facile agire molto al di sotto di ogni sospetto. Io credo che in questa nostra bella Repubblica ci sia la necessità che gli interessi personali confluiscano nell’interesse comune. Per questo mi auguro che Lei sia veramente il Presidente di tutti, che difenda i diritti di tutti, ma che cominci anche un poco a non tollerare gli evasori, i corrotti, chi rifiuta l’integrazione e la cultura come valori fondanti, esattamente come il lavoro e l’onestà. Combatta la mafia, in tutte le sue forme, si impegni per le sorti delle carceri, faccia sì che si investa nell’educazione e nella ricerca, cerchi, finalmente, di portarci veramente nell’Unione Europea, dando l’esempio. Potrebbe, così per dire, dimostrarsi più presente nei conflitti internazionali non attraverso forze armate “di pace”, ma attraverso la ricerca cocciuta del dialogo e della mediazione, in prima persona. Denunci le lobby che pretendono vantaggi per i loro meri interessi e sostenga la scienza e l’arte, vero orgoglio del nostro Paese, che continua a partorire persone capaci e valide nonostante si cerchi di soffocarle. So che l’economia è un punto dolente e che ormai la borsa sembra governare con molto più potere del suo, ma cerchi di affidare il Paese, nelle sue cariche più delicate, a persone competenti e limpide, che abbiano il coraggio e l’umiltà di fare l’interesse dell’Italia tutta e non di una sua insignificante minoranza. Non abbia paura nel rivolgersi a chi ha perso il lavoro, a chi è in difficoltà, a chi non vede opportunità per sé e per la propria famiglia. Lei non ha bisogno di raccogliere voti e consenso, quindi sia sincero con loro e con tutti quanti. Prenda le distanze da una certa politica marcescente e parli con chiarezza a quei giovani ai quali è affidata la politica di domani. A proposito, non sventoli un sicuro futuro radioso per tutti, ma, anche nei momenti più difficili e tristi, ricordi alla nazione le sue qualità e le prospettive che può raggiungere, se mette in campo tutto il suo potenziale. Ringrazi chi si impegna in azioni di solidarietà e volontariato, chi fa bene il proprio lavoro e chi con il suo operato garantisce il benessere di tutti e quindi anche il proprio. Cerchi, infine, di fare ciò che più è difficile ottenere: non applichi l’uguaglianza in tutto e per tutto, ma si schieri a favore del diritto all’uguaglianza, in modo che l’Italia sia la terra in cui ciascuno può esprimersi per come può, sa o vuole. Non si preoccupi dell’appoggio di partiti, editorialisti o intellettuali, ma ascolti sempre quello che le persone che lei ritiene autorevoli avranno da dirle. Non neghi i suoi errori, qualora dovesse commetterli, e sarà così più vicino ai cittadini e, anzi, insegnerà a molti come comportarsi. Non si stanchi mai di ricordare a noi tutti i nostri diritti e i nostri doveri e sia inflessibile verso chi vorrebbe ridurre sia gli uni che gli altri. Sia garante della massima libertà del popolo, cioè la democrazia, che è la migliore forma imperfetta di governo, e della Costituzione, ultimo baluardo contro l’indifferenza. Secondo la mia modesta opinione, tentando di agire in questo modo non sarà il presidente di tutti, ma dei molti che vedono in Lei l’occasione per una nuova partenza, per un deciso cambio di rotta. Faccia l’Italia, faccia l’Europa, faccia ciò che riterrà giusto e non sarà solo. Ancora non La conosco, ma le auguro il meglio. Viva l’Italia, viva la Repubblica!

G. Garibaldi

Marco Brero