Trovare un solo aggettivo per descrivere Josè non è affatto semplice. Frizzante, deciso e loquace, dallo sguardo vincente e un’umiltà disarmante.
Josè Bencosme è un ragazzo di 25 anni, nato in Repubblica Domenicana ed emigrato a Borgo San Dalmazzo. Appassionatosi all’atletica grazie alle gare scolastiche e specializzato nei 400 metri ad ostacoli, oggi gareggia a livello mondiale. Vince, perde ma mai si arrende, sicuro delle proprie capacità e determinato verso un futuro di grandi successi. Ecco, è lui Bencosme e noi di 1000miglia lo abbiamo incontrato…sul campo di atletica di Cuneo!
Lo ringraziamo ancora una volta per la disponibilità e la cortesia che ha reso possibile questa meravigliosa intervista.
1)Come hai iniziato a praticare l’atletica?
Tutto è iniziato dieci anni fa con la scuola, grazie al mio professore di ginnastica che ha visto buone capacità e si è accorto delle mie doti. Infatti vincevo varie gare scolastiche. Mi è piaciuto subito l’ambiente, un po’ meno la corsa, dato che preferivo gli sport di squadra. Poi mi sono innamorato del mio gruppo di gara e ho continuato. Così dopo dieci anni sono qui e amo ciò che faccio.
2)Qual’è il tuo più bel ricordo delle prime gare?
Sicuramente l’episodio che mi è successo durante i mondiali del 2005 a Bressanone: ero arrivato sul campo di atletica 10 minuti prima dell’inizio della gara. Vado a cambiarmi ma, appena apro il mio zaino, non trovo il mio body, così vado in panico… la gara sta per iniziare e gli organizzatori mi trovano un paio di pantaloni taglia s da donna: che ridere! Ah ah ah! Dopo tutta quell’ansia!!!
E poi? Quando torno in camera…Trovo tutta la mia roba pronta che avevo dimenticato!!!
3)Avresti mai pensato di ottenere risultati così straordinari alla tua età?
Assolutamente no. E’ partito tutto come un gioco e non come un lavoro. Quando sono entrato a far parte della Guardia di Finanza mai e poi mai avrei pensato di diventare come sono adesso. Devo molto all’allenatore che ha creduto in me.
4)Parlaci della tua infanzia. Perchè sei emigrato in Italia?
Fino agli undici anni ho vissuto a Santo Domingo con mia nonna perchè mia madre era già in Italia per lavoro. Lei voleva che tutta la mia famiglia andasse con lei. Ricordo che mia nonna ad un certo punto volle che anch’io partissi con lei: ero uno spirito libero, stavo sempre in giro e non riusciva a gestirmi! Alla fine io e le mie sorelle siamo partiti con nostra madre e siamo venuti ad abitare Borgo San Dalmazzo, dove ho frequentato le scuole medie.
5)Pensi che se fossi rimasto là, oggi non saresti l’atleta che sei diventato?
Penso di sì, perché ho scoperto questo sport proprio a Cuneo e penso che se fossi rimasto a Santo Domingo avrei praticato soprattutto il basket e il baseball, che sono gli sport che facevo sin dalla prima infanzia. Però il destino è strano, chissà!
6)Cosa pensi dell’attuale fenomeno migratorio?
Sinceramente penso che sia necessario lavorare alla radice per capire qual è il problema e poi controllarlo. Ci sono tanti migranti ed è fondamentale conoscere il motivo che spinge tanta gente ad andarsene. Nel mio caso – sono emigrato anche io – ho la mia vita qui: amici, fidanzata, sport…Invece ad esempio i miei genitori soffrono abbastanza la lontananza.
7)Sei mai stato discriminato per la tua origine?
Assolutamente no. Sono arrivato in Italia e non sapevo parlare l’italiano, a scuola ho avuto la fortuna di incontrare una compagna di classe spagnola e piano piano ho imparato. Devo dire che ho trovato un’accoglienza più che calorosa da parte di tutti, ne sono davvero felice!
Per quanto riguarda lo sport, nemmeno una volta: spesso ero il più bravo e mi volevano sempre in squadra! Beh, tranne nel calcio, dove ero un po’ scarso!
8)Parliamo della tua città: Borgo San Dalmazzo. Come ti sei trovato? Cosa vorresti cambiare? E di Cuneo?
Mi trovo molto bene. Anche ora che mi sono trasferito a San Defendente, mi piace tornare a Borgo e non cambierei nulla. Anche Cuneo mi piace. Sì, è vero che manca qualche attrazione per i giovani ma a parte questo la trovo una città bella. Apprezzo molto l’Illuminata e ogni volta non vedo l’ora di tornarci, specialmente quando sono a Livorno o a Roma per l’allenamento invernale. Penso che casa sia sempre casa!
9)La città di Cuneo ti ha aiutato nel tuo percorso? Chi?
La persona che mi ha aiutato di più è stato Luigi, il tecnico, che mi aiuta tuttora sia nella carriera, sia per la mia crescita. Cuneo mi ha sempre dato la possibilità di utilizzare il campo di atletica anche durante le festività e ne sono grato.
10)Parlaci di te. E’ vero che ti chiamano Negi?Perchè?
Sì, è vero. A Santo Domingo mio padre mi iniziò a chiamare così ma non so il perchè. Là mi conoscono solo come “Negi”! Mentre qui lo usiamo solo in famiglia, tra amici mi chiamano Benco.
11)Che progetti hai per il futuro?
Innanzitutto voglio portare avanti la mia passione per l’atletica. Poi ho iniziato, grazie alla mia fidanzata che mi ha convinto, gli studi in Economia Aziendale all’università e spero di finire nell’arco di tre o quattro anni.
12)A che modello ti ispiri?
Come idolo sportivo, sicuramente Edwin Moses che è il più bravo ostacolista. Personalmente non mi ispiro a nessuno: io sono unico, a modo mio, con i miei pregi e i miei difetti.
13)Sei credente?
Sì, credo in Dio sin da piccolo. Purtroppo i giovani si stanno allontanando dalla chiesa. Secondo me credere non vuol dire solo andare in chiesa perchè si può pregare ovunque e in qualsiasi momento.
14)Siamo curiosi di sapere come ti alleni e se segui qualche dieta.
In inverno, da ottobre a febbraio, l’allenamento consiste soprattutto in esercizi aerobici per la resistenza e per rendere il corpo efficiente. In estate, lavoro più sulla velocità e spingo il corpo a sforzi elevati, talvolta traumatici e spesso provocano infortuni. Dieta? Non seguo una dieta: mangio di tutto e non sono troppo salutista. Cerco di moderare ma se mi invitano a mangiare un hamburger, non rifiuto sicuramente! Nei periodi di gara mangio molte proteine e molte verdure, diciamo che ci sto più attento. In inverno mi permetto tutto.
15)Che messaggio vorresti dare ai giovani cuneesi e non?