Erasmus – Orientamenti parte II
Programma Erasmus per le facoltà di: diritto e scienze internazionali, relazioni internazionali e scienze diplomatiche, giurisprudenza e filosofia.
Il mondo della diplomazia ruota attorno a un teatro internazionale da cui spesso l’Italia si tira fuori chiudendosi in una bolla difficile da scoppiare. Ecco perché può essere una grande opportunità partire per l’Erasmus per chi studia diritto, scienze internazionali, scienze diplomatiche o scienze politiche. Frequentando corsi all’estero, gli studenti hanno la possibilità di confrontarsi con persone provenienti da università di tutta Europa e vengono accolti in un contesto molto stimolante.
Metodo di insegnamento e studio
Le lezioni possono essere lectures o tutorials. Le lectures sono più simili a quelle italiane: il professore usa una spiegazione frontale che mira a memorizzare nozioni. I tutorials, invece, sono seminari in cui ci si divide in classi più piccole per discutere sotto la supervisione di un tutor; questi ultimi si basano sul confronto e sul dibattito, e l’attenzione è focalizzata sullo sviluppo di un pensiero critico da parte dello studente. Le classi sono solitamente più ristrette rispetto a come si è abituati in Italia, per creare un dialogo in cui tutti sono invitati a offrire il proprio punto di vista, ampliando le conoscenze e gli orizzonti degli altri. I dibattiti prevedono che si parli di un argomento già conosciuto, quindi gli studenti hanno il compito di informarsi autonomamente prima del confronto. Così, si impara a scrivere e tenere un discorso difendendo le proprie idee e
confutando quelle opposte.
Vale lo stesso anche per le università di filosofia, dove si cercano pensieri unici e innovativi, e nuove domande piuttosto che nuove risposte. Risulta quindi fondamentale saper sviluppare una coscienza critica plastica, in grado di accogliere pensieri discordanti da quello personale e saper eventualmente adattare il proprio.
Inoltre, all’estero lo studio è rivolto in una direzione più pratica e meno teorica: spesso le lezioni prevedono la trattazione di casistiche specifiche (come per quanto riguarda giurisprudenza).
Professori
In un contesto del genere il rapporto con i professori è più orizzontale, poiché sono vicini alle difficoltà degli alunni e aperti al dialogo alla pari. Non si crea il sistema per cui il professore è considerato intoccabile fonte di saggezza.
Esami
Gli esami sono raramente orali, solitamente consistono nello scrivere i paper, elaborati in cui viene richiesta la conoscenza degli argomenti trattati e lo sviluppo di un’opinione personale. Le scadenze sono molto ravvicinate, quindi è necessario studiare volta per volta, ma con decisamente meno materiale (in modo più simile a quello delle superiori). Molti ritengono che ciò li abbia facilitati perché gli elaborati causano meno stress e permettono un impegno più equilibrato e ben distribuito nel tempo.
Lingua
La lingua è una parte cruciale dello studio all’estero, poiché è necessaria per vivere e comunicare all’interno di una cultura estranea alla propria. La maggior parte delle università richiedono il livello B2 di inglese (o il C2) e alcune anche una certificazione base della lingua nazionale. Per chi si occupa di diplomazia e politica è utile sapere, oltre all’inglese, almeno altre due delle lingue ufficiali dell’ONU (inglese, spagnolo, francese, arabo, russo, cinese), per sapersi muovere in ambito internazionale con scioltezza. In ogni caso, la padronanza della lingua si acquisisce vivendo attivamente nello Stato e
frequentando altri studenti internazionali o del posto. Inoltre, facendo l’Erasmus, si comincia ad abituarsi e a saper maneggiare un lessico e un modo di costruzione delle frasi che possono essere molto lontani dall’inglese che si parla in un contesto scolastico.
Sbocchi lavorativi
Molti ragazzi che sono partiti per l’Erasmus per materie diplomatiche si sono resi conto che gli sbocchi lavorativi sono maggiori rispetto all’Italia. Gli altri paesi investono di più nell’ambito delle relazioni internazionali e danno ampio spazio ai giovani. Inoltre, i progetti di mobilità (che non si esauriscono nell’Erasmus) sono un punto a favore nella stesura del curriculum e vengono considerati come fonti di numerose competenze. Per di più, alcune università rendono disponibili dei lavori retribuiti, come partecipare delle associazioni studentesche, in cui si organizzano viaggi di incontro con i vertici delle relazioni internazionali. Queste opportunità aiutano una crescita personale e sono un modo per entrare in contatto diretto con il mondo di cui si vuole far parte.
Paure e preoccupazioni
La paura più comune di chi decide di intraprendere questa esperienza è che non vengano accettati degli esami nelle università italiane e quindi che si perda tempo. Ma, secondo molte testimonianze, i professori sono spesso disponibili ad accettarli anche se non esattamente corrispondenti. Inoltre, l’università non è solo studio: è un percorso personale da intraprendere per crescere e acquisire indipendenza e maturità. È l’occasione di vivere in una cultura diversa da quella di partenza e sfidare se stessi ad adattarsi ed essere aperti alla diversità. Vengono organizzati viaggi e attività, spesso da ESN (Erasmus Social Network) perché gli studenti si conoscano e stringano amicizie.
ESN
Erasmus Social Network è un’associazione che ha sedi in tutta Europa (solo in Italia ce ne sono 54) e vuole proporsi come punto di riferimento per tutti gli studenti in mobilità (sia che partono sia che arrivano). Ha l’obiettivo di facilitare il loro soggiorno fornendo informazioni pratiche sulla città e sulle abitudini dello stato e creando occasioni di incontro e di svago. Il responsabile progetti di ESN Italia e una volontaria di ESN Pisa hanno mostrato come l’Erasmus sia una grande opportunità di crescita personale. È un’esperienza individuale, diversa per ognuno e l’unica cosa importante è partire con la mente aperta per cogliere tutti gli stimoli possibili.
Spaghettipolitics
Abbiamo intervistato anche Michela Grasso, l’autrice della pagina Instagram Spaghettipolitics, che tratta di attualità internazionale. L’idea della pagina è nata proprio quando lei era in Erasmus, poiché si è accorta che il giornalismo italiano è troppo incentrato sulla politica interna e si occupa troppo poco di ciò che succede fuori dai confini dello stato. Michela ci ha raccontato la sua esperienza nell’università di scienze politiche ad Amsterdam, confermando i giudizi positivi su questa opportunità. Quindi il consiglio è solo uno: fare le valigie e partire!