21 Settembre 2015 | Vorrei, quindi scrivo
Un altro anno di scuola è iniziato. Lunedì scorso migliaia di ragazzi e centinaia di professori sono tornati a calpestare quei vetusti edifici dove si cerca di trasmettere un’avvincente cultura millenaria agli adolescenti. Conoscenze storiche, letterarie, assiomi matematici e linguaggio informatico dal libro all’allievo, o forse sarebbe meglio dire, dal libro al contenitore. Sì, perché quando un professore entra in classe e, guardando i pavidi alunni del primo anno, esclama “Siete troppi, prima del triennio vi ridurremo”, si perde ogni speranza di umanità in quel luogo dove tra il docente e gli alunni si dovrebbe creare una relazione più umana possibile. Nessuna minaccia, niente ricatti. Una relazione in cui uno dona all’altro ciò di cui l’altro ha bisogno.
A Torino una classe di “primini” ha iniziato differentemente il proprio anno liceale. Il professore di lettere della prima ora ha portato i ragazzi all’ingresso del Campus Einaudi, il nuovo complesso universitario cittadino. Gli alunni avevano il compito di intervistare gli studenti più grandi. “Sei speranzoso per il tuo futuro?”. “Perchè?”. Ecco le due semplici domande che il prof di lettere ha chiesto ai propri allievi di porgere agli studenti universitari. Due domande forse banali e stupide, ma così semplici da lasciare molti giovani a bocca chiusa.
Tornati in classe per la seconda ora i dati sono stati analizzati ed emergeva un amaro pareggio tra il sì e il no. Per ogni studente di giurisprudenza uno è fiducioso, l’altro meno. Uno è ambizioso, l’altro rinunciatario. Lo stesso per scienze politiche, economia, lettere, psicologia e così via. Uno ottimista, l’altro più sfiduciato. Scendendo nei dettagli, gli alunni hanno notato che lo scontro tra il sì e il no non dipende dal percorso di studi universitario, ma è una questione interna per ogni facoltà. Giuristi ottimisti contro giuristi pessimisti. Economisti fiduciosi contro economisti sfiduciati. E i perché si dividevano in due battaglioni. Chi è disperato per l’attuale situazione e abbandona le proprie speranze nel diffuso malcontento del saturo mondo lavorativo ancora prima di entrarci, contro chi è energico e grintoso nel voler creare la novità, nel voler dare una boccata d’aria alla propria generazione e al proprio paese in questo mondo così soffocato dal caos danzante di un’economia ripetitiva decennio dopo decennio.
Poco prima del termine della seconda ora, il professore si è messo in piedi dietro la cattedra. Sedia, mano sul bordo della lavagna e poi scarpe sopra il registro con passo deciso. Spinto da quel film che lo iniziò alla sua professione, nelle vesti del prof Keating de “L’attimo Fuggente”, in piedi sulla cattedra, con tono pacato, ma emozionato e emozionante, ha detto: “Ragazzi miei, in questi cinque anni cerchiamo di imparare a sorridere al nostro futuro. Quanto studiamo non dimentichiamolo. Ridiamo, scherziamo e cresciamo uno a fianco all’altro. Leggiamo in Dante e Dostoyevsky noi stessi. Mettiamo qui, insieme, le basi del nostro domani e in questo mondo, dove vivremo insieme l’uno con l’altro, scegliamo noi come guardare alla vita, al futuro. Siamo tutti sulla stessa barca, sta a noi remare in una certa situazione. E con le mie ore di lettere farò di voi giovani che sapranno guardare al proprio domani con la forza di voler realizzare se stessi, scrivendo un capitolo nuovo in quel grande libro ancora bianco che si chiama mondo. E voi e le vostre storie di vita, sarete per me ogni giorno, anzi già siete, uno stimolo nuovo per iniziare alla grande.”
Dopo il suono della campanella il professore è tornato con la sua borsa a tracolla, lasciandosi la classe dietro la porta, in aula insegnanti ed è andato a sedersi di fronte al professore intento a sterminare i propri allievi. L’uno guardava verso l’alto, l’altro aveva lo sguardo fisso al pavimento. L’incipit di ogni storia liceale è la stessa, aula e banco. Il proseguimento è studio e verifiche. Tutto, forse, o molto probabilmente, dipende dalla prospettiva con cui si affronta la realtà. Vero o falso?
Nel frattempo si è già alla seconda settimana di scuola.
Luca Lazzari
23 Maggio 2015 | Eventi, Vorrei, quindi scrivo
COMUNICATO STAMPA
Flash Mob, Cuneo 5 giugno ’15
All’interno dell’Area giovani della Caritas diocesana di Cuneo è nato, qualche mese fa, tra le proposte diversificate di “Impronte di Pace”, un gruppo di giovani impegnati nella comunicazione sociale. Dopo alcuni mesi di formazione sulla Caritas e i servizi da essa offerti alle persone in difficoltà, è nata l’idea di realizzare un progetto finalizzato a sensibilizzare la cittadinanza sul tema della povertà. I ragazzi hanno deciso di concentrarsi sul nuovo Centro vestiario (via Manfredi di Luserna 8/d) e in particolare sulla sua utenza più giovane che spesso, a differenza dei coetanei, non ha la possibilità di scegliere cosa indossare e si deve accontentare “di quel che c’è”.
Con l’obiettivo di regalare ai loro coetanei in difficoltà un po’ di quella spensieratezza che si sta perdendo, Paolo, Lorenzo, Giulia, Cristina, Denise, Michele, Simone e Manfredi hanno dato vita all’iniziativa “AncheioAbitolacittà”: appuntamento venerdì 5 giugno alle ore 17,30 in piazzetta Audifreddi; ogni partecipante potrà portare uno o più capi d’abbigliamento da donare, purchè in buono stato.
Anche la modalità di raccolta è inusuale per questo tipo di iniziativa, un flash mob nel centro storico di Cuneo: si procederà tutti insieme verso piazza Galimberti dove i partecipanti appenderanno gli abiti ad un filo che mano a mano si srotolerà da una grande bobina.
I capi verranno poi raccolti da un furgone della Caritas e portati al Centro vestiario; sarà presente anche un gazebo informativo sulle attività di Caritas e in particolare sul servizio di raccolta vestiti.
Si cercano associazioni, aziende o privati disposti a collaborare all’iniziativa. Per informazioni:
Michele 347-9115593
Pagina Facebook: AncheioAbitolaCittà
mail: areagiovanicaritas@diocesicuneo.it
19 Maggio 2015 | Vorrei, quindi scrivo
ph: Alessia Mezzavilla
“Sai cosa c’è? C’è che sono qui per darti ciò di cui tu hai bisogno.” A questo pensiero mi sono emozionato e non posso negare che qualche profonda riflessione sia stata fatta.
Gli scambi internazionali tra studenti sono sempre più diffusi nelle nostre scuole e università, ma sfogliando le presentazioni dei vari programmi di scambio ho sempre letto le stesse motivazioni sotto la voce “scopo del viaggio d’istruzione”. Imparare la lingua, scoprire nuove culture, confrontarsi con studenti di un altro paese, vivere soli per un periodo senza l’aiuto della famiglia. Tutte cose vere, ma c’è di più. Ci sono dei ragazzi fantastici, ci sono le loro storie e poi c’è Bianca che arriva alla porta di casa per essere ospitata per un periodo di scambio.
La voglia, soprattutto per un fratello maggiore, di avere la sorella e la corrispondente in casa può esserci solo in un caso: se la ragazza ospitata è una gran bella giovane. Allora sì che si drizzano le antenne e il periodo di scambio diventa una missione da compiere con il mezzo del baccaglio.
L’interesse però è svanito al primo impatto. Bianca ha un handicap corporale, zoppica ed è sorda da un orecchio. Eppure deve stare due settimane in casa, mangiando a fianco a me e lavandosi i denti nel mio stesso lavandino. Vado a prenderla a scuola, ci parlo e da buon italiano ho il desiderio di farla sentire a casa sempre e comunque.
Leggendo una piccola storiella di “Le Lettere a Berlicche” di Lewis un piccolo diavoletto riesce a rivoluzionare il modo di pensare la realtà quotidiana. Il diavolo maestro gli sta insegnando a stuzzicare i bambini per indurli ad percorrere la strada di Lucifero e quando la lezione sembra terminata gli confida: “Non preoccuparti se un bambino è troppo vicino alle cose spirituali o carnali, ma se si innamora delle cose ovvie”. E Bianca ama le cose ovvie, dice sempre grazie, chiede scusa, sorride, ti abbraccia. Ha bisogno di affetto e allora ne dona tantissimo, cerca gioia di vivere allora ride, ha sete di vita allora vive.
Bianca mi ha aperto il cuore, mi ha fatto innamorare delle piccole cose belle. Perché quando la accompagni a fare due foto per le colline bovesane inizia a scattarle attraverso il finestrino ancora prima che la macchina si fermi e poi ti sussurra che non c’è tempo di aspettare la bellezza, bisogna coglierla quando la senti dentro, quando l’anima ti cattura e ti porta l’indice sul tasto per scattare. Bianca ha un sogno e per raccontarmelo mi ha fatto ridere. Mi ha aiutato a incontrare un Dio diverso, un Dio simpatico perché se un Creatore ha dato vita a un animale come la giraffa che, se quando beve alza il collo troppo velocemente, sviene, non può che essere un burlone. Con questo spirito Bianca guarda a sé, al suo corpo. Se l’orecchio sinistro non sente, il destro sente meglio di ogni altro orecchio. Se la gamba sinistra è zoppa e non le permette di salire in biciletta lei cammina e nuota per svilupparla in attesa di un’operazione che le permetta di pedalare. Se con lei Dio ha fatto lo scherzo fisico, le ha dato il dono di essere formidabile in scienze, chimica e biologia e le ha accesso una piccola fiamma nel cuore che brucia al pensiero di aiutare l’altro. E con qualche lacrima di gioia e di vita vera abbracciandomi mi ha fatto leggere il suo diario dove nella prima pagina scrive: “Ho bisogno di cure, il mio sogno è fare il medico”.
Uno scambio per imparare l’italiano, per imparare a conoscere una cultura diversa e per vivere da sola senza la famiglia per due settimane. Un viaggio d’istruzione formativo per la vita e per il quotidiano, perché senza ancora conoscermi, prima ancora che la ospitassi, Bianca aveva a cuore il prossimo, ogni persona che ha a fianco. Per Bianca la vita è un gioco dove c’è chi bara e chi gioca correttamente e chi come lei guarda l’altro dentro gli occhi per dire: “Sai cosa c’è? C’è che sono qui per darti ciò di cui tu hai bisogno.”
Luca Lazzari
8 Maggio 2015 | Eventi, Vorrei, quindi scrivo
http://www.clubunescocuneo.it/
COMUNICATO STAMPA
Mercoledì 13 maggio 2015 nella Sala San Giovanni a Cuneo, via Roma n.4 dalle ore 9,00 alle ore 12,30 avrà luogo la giornata conclusiva della prima parte del Progetto “Anniversario della Prima Guerra Mondiale : 1914 – 1918, promosso dal Club UNESCO di Cuneo in collaborazione con la S.I.O.I. Sezione Piemonte e Valle d’Aosta, il Rotary Club di Cuneo, la Associazione Nazionale Alpini. Nel corso della mattinata verranno presentati e premiati gli elaborati sul tema, prodotti dagli studenti delle Scuole cittadine che hanno aderito al Progetto.
La cerimonia sarà preceduta da un intervento del Prof. Romain H. Rainero – Docente di Storia Contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano dal titolo “Due Premi Nobel di fronte alla 1* Guerra Mondiale : interventismo e pacifismo” quale ulteriore contributo alla conoscenza dell’evento bellico rivolto in modo particolare al giovane pubblico.
Il Club UNESCO di Cuneo
La Presidente
Prof.ssa Caterina Ricci Vigna
1 Maggio 2015 | Eventi, Vorrei, quindi scrivo
9 maggio: FAI GIOVANI – Fossili nelle Langhe https://it-it.facebook.com/pages/Delegazione-FAI-Cuneo/466742916746810 FOSSILI NELLE LANGHE
22 maggio ore 21 al CDT di Cuneo: LIBERA – presentazione con l’autore, prof. Giovanni Starace del’Università di Napoli, il libro Vite violente. Psicoanalisi del crimine organizzato
mese di maggio: LIBERA – Concorso “LA mafia ed io” https://www.1000-miglia.eu/la-mafia-ed-io-concorso-e-campo-di-volontariato-a-palermo/