Scopri chi sei e non temere di esserlo.” (Gandhi)

 

In un mondo che corre veloce, non si sa bene dietro a che cosa.

In un mondo in cui contano più i followers su Instagram degli amici in carne ed ossa.

In un mondo in cui è l’apparenza ad essere padrona; di noi, delle nostre scelte.

In un mondo in cui sei costretto a stare al passo, perché se rimani indietro vieni immediatamente dimenticato, scartato.

In un mondo in cui ci si sforza costantemente di mostrare agli altri la parte migliore di noi, fatta di vacanze esotiche, cibo sano e locali alla moda.

In un mondo così, come si fa a trovare il coraggio di essere sé stessi? Come si fa a non sentirsi schiacciati dal peso delle aspettative esterne? Come si fa a togliersi la corazza che ci si è costruiti per difendersi dai giudizi? Come si fa ad ammettere di essere semplicemente umani?

Troppo spesso gli irraggiungibili standard imposti da chissà chi ci convincono a sacrificare la nostra autenticità sull’altare della conformità sociale, a dimenticare ciò che siamo, a mettere a tacere il nostro io in favore di ciò che gli altri si aspettano da noi.

Ma perché ci sforziamo così tanto di rendere le nostre vite più Instagrammabili, più accettabili in qualche modo? Perché sprechiamo così tante energie nell’assurdo tentativo di dimostrare qualcosa a un esercito di perfetti sconosciuti?

A persone che mostrano di apprezzarci con un “mi piace” alla nostra immagine di copertina, ma che non si sforzerebbero di leggere nemmeno le prime pagine del libro della nostra storia.

Forse perché ci sentiamo inadeguati. Sentiamo di dover soddisfare aspettative troppo alte. Il mondo dei social è severo, non perdona. Ed ecco allora che ci prodighiamo per omologarci, per trasmettere al mondo un’immagine che rispecchi il più possibile l’idea di perfezione che aspiriamo a raggiungere.

Ogni volta che sblocchiamo lo schermo dello smartphone e apriamo un social network a caso ci imbattiamo in un tripudio di persone realizzate, con una carriera brillante, una vita sentimentale invidiabile e gli amici migliori del mondo. Gente che si ritrova un corpo perfetto senza bisogno di mettere piede in palestra, che ogni weekend prende l’aereo e parte per un viaggio alla scoperta delle capitali europee; che ride, che si diverte; che frequenta ristoranti esclusivi e sorride raggiante all’obbiettivo con un bicchiere di champagne in mano.

E poi ci sono io. Io, che mi alzo al mattino con un’energia e un amore per la vita inversamente proporzionale alla lunghezza delle mie occhiaie. Io, che mi preparo agli esami universitari per mesi e alla fine prendo solo 18. Io, che uso la tessera della palestra come segnalibro. Io, che non so ancora cosa voglio fare nella mia vita, perché ho tanti sogni ma poche idee su come realizzarli. Io, che mi vergogno ad indossare la gonna perché le mie gambe sono troppo grosse.

Ha senso tutto questo? Non dovrebbero essere proprio le nostre insicurezze, i nostri piccoli difetti, a renderci unici? A renderci speciali?

Io credo che la perfezione sia estremamente sopravvalutata. È proprio l’essere “normali” che ci rende straordinari. È quel chilo di troppo, quella pelle un po’ pallida. È preferire la lettura di un buon libro ad una serata in discoteca. È avere pochi amici, ma sapere di poter contare su di loro nel momento del bisogno. È scegliere di essere, senza preoccuparsi dell’apparire. È mostrare al mondo ciò che siamo e non avere paura del suo giudizio.

Essere se stessi richiede una grande dose di autoconsapevolezza: significa guardare dentro di sé e riconoscere i nostri punti di forza e di debolezza, accettandoli senza giudizio. Significa essere disposti a crescere ed adattarsi alle sfide della vita senza perdere la propria autenticità.

Ma forse, la parte più importante dell’essere se stessi è il senso di pace e appagamento che si prova quando si vive in armonia con la propria verità interiore. Quando ci permettiamo di essere autentici, ci liberiamo dal peso delle aspettative esterne e ci diamo la possibilità di essere veramente felici.

Perché alla fine, è solo quando ci permettiamo di essere noi stessi che possiamo veramente vivere una vita piena e significativa.

Ogni mattina, davanti allo specchio, dovremmo provare a chiederci: <<Cosa farei se non avessi paura di mostrare al mondo chi sono davvero?>> e seguire la risposta a questa domanda senza timore, riponendo fiducia nel nostro io interiore ed essendo consapevoli del valore che abbiamo.