Edward Hopper – “Nighthawks”
Arte e letteratura. Due discipline che corrono come rette parallele e che ad intervalli regolari, scardinando ogni principio geometrico, si incontrano. La loro unione è da sempre simbolo di potenza, rivoluzione. Un qualcosa di eccezionale insomma, che testimonia la convergenza di idee, posizioni di artisti e scrittori di ogni epoca.
È questo il caso di Ernest Hemingway e Edward Hopper. Il primo noto scrittore e giornalista americano, autore di numerosi romanzi e racconti; il secondo artista, esponente del realismo americano.
Leggendo un racconto dello scrittore “Un posto pulito, illuminato bene”, si forma nella mente del lettore l’immagine di una caffetteria in piena notte, la cui atmosfera molto intima, ma solitaria, ricorda qualcosa di già visto. Ma qual’è l’immagine familiare che si nasconde tra quelle righe? ll più famoso quadro di Hopper “Nighthawks”.
Il racconto di Hemingway e il quadro si arricchiscono vicendevolmente. Ambientato in una caffetteria il racconto ci restituisce la descrizione di un uomo solo, quello che nell’opera di Hopper vediamo rappresentato di schiena, mentre si attarda nel locale ormai vuoto in compagnia di un caffè.
Alcuni critici hanno visto in molte opere di Hopper un completamento di quegli scenari urbani che affollano le pagine dallo scrittore. Ciò che li accumuna è l’attenzione alla forma e alla semplicità. Qualità che permisero ad entrambi di rendere epica ed interessante la quotidianità della vita nelle loro opere. Vite che, in una tarda sera autunnale, nel chiarore notturno di un bar, si accompagnano con un caffè.
Hopper fu appassionato lettore di Hemingway e pur non condividendone a pieno le idee, commentò spesso e di buon grado i suoi testi. In una lettere del 1927, dopo aver letto l’ennesimo racconto dello scrittore su Scribner’s inviò una lettera al suo direttore per complimentarsi “per l’onestà e per l’assenza della sia pur minima traccia di compiacimento, assenza di indorature, nessun epilogo scontato, e verità e verosimiglianza innanzitutto”.