Cara me stessa,
dopo il ritorno dal viaggio in Africa mi percepisco in modo diverso. Il mio concetto di “vita” è andato incontro ad una metamorfosi. Zaino in spalla e mi sono messa in cammino a piedi scalzi. “A piedi scalzi” è un’espressione che amo pronunciare e scrivere nelle mie pagine di diario in quanto rende nell’immediato l’idea di un’esperienza vissuta nella semplicità e concretezza.
L’Africa che vorrei riuscire a raccontarvi è un’Africa a piedi scalzi sotto cui percepisci il terreno, la discontinuità delle radici della terra e il caldo rovente del clima Africano. Io in quella terra ho colto la mia essenza, la parola che mi ha generata. Questa parola è “BOM DIA “ , in portoghese “buongiorno”.
Questa parola racchiude in sé il fulcro di ciò che mi sono portata dentro dal mio viaggio , ossia l’energia vitale del buongiorno dei bambini con cui per quasi due mesi ho vissuto. Ogni mattino al sorgere del sole la mia quotidianità iniziava con un buongiorno e con lo sguardo africano. Sapete, le foto che si vedono in internet di occhi che gridano “aiuto”, “diritto” , “fame”, “infanzia”, “futuro” io li ho guardati. Fotografati con l’obiettivo dell’anima e sigillati nella memoria.
Dopo il mio ritorno ho incontrato conoscenti che mi hanno domandato che cosa il mio viaggio avesse suscitato, rispondere mi poneva in difficoltà. Esprimerne l’essenza e venire colti da chi non lo ha sperimentato è un ostacolo, ma poi ho compreso che mi bastava semplicemente parlare con gli occhi al posto delle parole. Gli occhi racchiudono la vitalità e la luce che una persona conserva dentro e ciò supera le parole.
Il mio viaggio è semplicemente stato ortopedia per la vita.
Il popolo a piedi scalzi non impoverisce le cose , non le modella di schemi rigidi , non elimina le linfe e i succhi vitali della vita ma ne assaggia le arterie collocandosi nel cuore vivente del reale.
Il segreto del popolo nero è l’ombelico.
Sapete perché?
Perché l’ombelico è il centro del nostro corpo, del nostro equilibrio fisico. Vi siete mai domandati come fanno quelle donne meravigliose dal sorriso vivo a portare quelle ceste enormi sul capo? Io l’ho imparato, tutto risiede nell’ombelico. Nel concentrare l’essenza del proprio corpo interamente nell’ombelico.
Al mio ritorno ho trovato un mondo alla rovescia. La ricchezza dei poveri. La povertà dei ricchi. La perdizione della cura dei valori fondanti della nostra vita. Il tutto contrapposto al nulla. Due mondi a cui il mio cuore apparteneva.
Oggi posso dire di avere due anime: Africana e Italiana.
Credo che per un giovane poter vivere un’esperienza simile porti veramente ad un cambiamento interiore radicale. Con l’intento di arrivare dritta al cuore , questa pagina di vita, vuole suscitare nei giovani la voglia e la vocazione per prendere quello zaino e mettersi in cammino.
Santa Cruz, CV 2014
Alessia Mezzavilla