Immagina di avere un appartamento extra-lusso a New York e un lavoro da giornalista al Rockfeller Center… Tu rinunceresti a questo per vivere in un monolocale di una via dimenticata di Kyoto?
Oppure a una carriera luminosa da biochimico per andare sull’Himalaya?
Così ha fatto Pico Iyer che ora vive in Giappone con la moglie e i figli; mentre Mathieu Ricard a venticinque anni si è rifugiato in Tibet, accolto dai monaci buddisti.
Perché sono fuggiti dallo stile di vita occidentale?
A Pico è venuto in mente di rallentare la sua vita quando era seduto su un taxi che attraversava New York. Era mezzanotte e aveva appena finito di lavorare. Pensò ai mille impegni che svolgeva ogni giorno, ma pensò a quanto poco tempo dedicava a se stesso. E ha preso la drastica decisione.
Spesso ci sentiamo inadeguati anche noi: la nostra lista delle cose da fare è sempre piena, ma ci sembra che la vita ci scivoli via dalle mani.
Ci sentiamo vuoti e cerchiamo di riempire l’anima con cose sempre nuove: il nuovo I-Phone, il nuovo vestito di Zara. Ma la sensazione di felicità rimane per poco tempo. Ci sentiamo come una bolla di sapone. Riflette i colori dell’arcobaleno,suscitando meraviglia dal bambino che l’ha soffiata, però essa scompare dopo pochi secondi …
E se invece di riempirci ci svuotassimo? Mathieu e Pico hanno messo in pratica questa pazza idea, invertendo il paradigma dominante.
Mathieu Ricard risiede da quarantacinque anni in una comunità monastica in Tibet, mentre Pico continua a lavorare come giornalista, ma non possiede né TV, né connessione Internet, né cellulare.
Minimo comune denominatore? Tutti e due credono nel potere della tranquillità.
In che senso tranquillità? Stare spaparazzati sul divano a guardare “The Big Bang Theory”?
No. Tranquillità, per loro, significa restare fermi e non pensare ad altro se non al momento presente. Quante volte cerchiamo di riempire i tempi morti controllando Whatsapp o scorrendo la bacheca Facebook ?
E se invece provassimo a lasciarci trasportare dal semplice nostro respiro e da cosa sentiamo in quel momento? Momento che non ritornerà più e di cui non troveremo mai il gemello perché ogni momento è sempre diverso e unico.
La prossima volta che vuoi sentirti meglio ascolta te stesso in silenzio, seguendo il consiglio di Ricard e di Iyer. Forse è più efficace del rumore della pubblicità.
Federico Musso