Dentro l’aria sporca il tuo sorriso controvento Il cielo su Torino sembra muoversi al tuo fianco (Il cielo su Torino – Subsonica)
Nato e cresciuto a Torino non mi sono forse mai veramente soffermato ad osservarla, mai mi sono fermato a seguirne con lo sguardo le sue fattezze, mai mi sono stupito guardandone il cielo in un giorno d’estate e mai mi sono realmente interrogato su come, non sempre per il meglio in realtà, proceda la sua vita.
Eppure questa mattina qualcuno, un po’ per campanilismo provinciale e un po’ a causa delle nuvole che ci perseguitano da giorni, mi ha stuzzicato la fantasia facendomi notare quanto il cielo su Torino fosse grigio in questa giornata di inizio novembre.
Così, come spesso accade, da una banale osservazione è cominciata questa mia riflessione sulla mia, sulla nostra, città, spesso etichettata come grigia, spenta e industriale ma altrettanto spesso capace di stupire, incantare e ammaliare.
Nella vita di ogni giorno si è abituati a veder le cose, i luoghi e gli stessi avvenimenti quotidiani sempre e solo da un punto di vista, a non fare nemmeno più caso a ciò che ci offre un panorama solo perché lo si è visto ogni giorno da venti anni, a dare per scontato che tutto rimarrà sempre così come si presenta solo perché è sempre stato lì dacché la memoria ci sovviene.
Ho quindi pensato a come questa Città, erta a specchio della realtà che ci circonda, sia capace di svegliarci e di farci apprezzare sue peculiarità in ombra, rivelandosi, ad un occhio attento, un ricettacolo di buoni propositi, di spunti per la vita quotidiana e di darci la voglia di tentare di stravolgere i nostri soliti stereotipi, scoprendo nuovi stimoli, abitudine che ormai tanti si sono stancati di praticare.
Al di là delle attrazioni più turistiche che ormai si moltiplicano da qualche anno a questa parte in città, mi sono domandato come ci si possa non stupire della bellezza di una camminata lungo il Po, delle emozioni che ci accende una partita a pallone al Valentino con gli amici, della vista mozzafiato che si può osservare dalla mole o da Superga nelle giornate più terse, del referenzialismo che suscita la salita lungo la scalinata della chiesa Gran Madre o della sensazione di libertà che provoca attraversare in una limpida giornata invernale piazza San Carlo. Ma mi sono trovato anche a pensare agli scorci più controversi della città e a trovare, in ognuno di loro, uno spunto di riflessione.
Dal nuovo skyline del quartiere Cit Turin dettato dal vetro di Porta Susa e del grattacielo Intesa-San Paolo ai larghi viali di periferia, dalla nebbia bassa sulle montagne in lontananza alle nuvole basse nei parchi all’imbrunire d’inverno tutto può stupire un animo aperto a ciò che lo circonda.
E dunque è qui che vuole giungere la mia riflessione: incuriosirsi e stupirsi.
Lo stupore è il fondamento su cui si basa tutto. Dalle più piccole azioni giornaliere alle più grandi scoperte della scienza, tutto si è sempre basato sulla curiosità.
Da buon studente di medicina il mio pensiero non può che andare alla scienza e a quelle scoperte che hanno cambiato il mondo grazie a manipolo di visionari che ha saputo perseverare nella ricerca dei propri sogni e che infine, spinto dalla voglia di stupire e di stupirsi, ha raggiunto il proprio obbiettivo. Come loro io non posso che esortare a cercare in tutto ciò che ci circonda, a partire dalle più comuni esperienze quotidiane, qualcosa di cui stupirsi, qualcosa per cui dire “toh, non avevo mai notato che fosse così bello”, qualcosa per cui emozionarsi. E dunque perché non provare a cominciare proprio dalla propria città o, se non siete di Torino, proprio da una visita al capoluogo sabaudo? Vi potrebbe Stupire.
Pietro Fronda