Non so cosa ci riserverà il futuro. Con la comparsa di queste intelligenze artificiali che tra breve sostituiranno cassieri e segretarie, la continua automatizzazione dei processi industriali e la ricerca su automi che replicano lavori quotidiani come pizzaioli o camerieri, sembra quasi che ci stiamo pestando i piedi da soli. Anche da ingegnere non riesco a trovarlo affascinante, soprattutto se il fine ultimo di questo avanzamento tecnologico è creare un qualcosa che non porterà ad un miglioramento sociale. Do ragione a chi lo difende e lo fa argomentando la loro tesi attraverso il discorso della sostituzione di lavori pesanti/pericolosi o di arti mancanti, ma rimane il fatto che se si riuscisse a realizzare un robot con le capacità micromotorie di noi esseri umani, moltissimi lavori, dalla sarta allo scaricatore di merci, sarebbero a rischio. A chi mi contesterebbe dicendomi che si formerebbero nuovi lavori che le macchine non potrebbero svolgere sfruttando la nostra creatività, io risponderei facendogli ricordare che la creatività al massimo farebbe mangiare poche famiglie ad ogni nuova attività creativa dato che il lavoro manuale sarebbe sostituito da robot. Un ragionamento molto complesso che non continuo dato che si basa su assunzioni di pura immaginazione. Ciò su cui vorrei focalizzare l’attenzione è, invece, che in un modo o nell’altro si dovrà convivere sempre di più con automi e macchine, per cui bisognerà sapere come affrontare la situazione nel ruolo di direttore di impresa. Con questo spirito, Tim Leberecht, scrittore e fondatore di Leberecht&Partners, Agenzia di consulenza per aiutare le aziende a diventare più umane, anima una conferenza TED talking spiegando come fare a mantenere vive le relazioni con i propri dipendenti in questa era di automatizzazione. Tim spiega che, di fronte al meccanicismo delle produzioni, l’unico modo per mantenerle sono 4 principi che l’azienda deve possedere:
- Fate il superfluo, non pensare che tutto ciò che si possa fare per rallegrare o migliorare la vita dei propri dipendenti sia inutile, esso ci distingue dalle fredde macchine di produzione o intelligenze artificiali.
- Creare intimità, permette di stringere i legami e di unificare i rapporti per collaborare ed avere un obiettivo comune, soprattutto tra dirigenti e personale. Perché le gerarchie creano barriere.
- Siate Brutti e con essere brutti si intende essere veri, non mettere maschere e non abbellite situazioni o luoghi forzatamente per nascondere la verità.
- Siate incompleti, cioè le più belle aziende sono quelle che si avvalgono di una idea, un motto che non sia mai obsoleto e che le spinga a migliorare senza mai raggiungerlo completamente.
Per quanto soggettive penso che siano principi che possiamo trovare in tutte le grandi aziende con la A maiuscola. Pensate alla Ferrero o alla Merlo, dietro ad ogni grande realtà imprenditoriale migliorare la vita dei propri lavoratori offrendo servizi, come mense e asili nidi, sia alla base per renderla longeva e stabile. Quando finii di vederlo mi soffermai a pensare che Ping, pensare in Granda, alla luce di queste idee di umanizzazione, non vuole soltanto dire pensare in grande, ma anche pensare da cuneese ed io sono convinto che non sia necessario esporre queste regole ai miei compaesani dato che in cuor mio sono sicuro che, come me, sono cresciuti con gli stessi miei principi di altruismo e solidarietà. Detto ciò, come dice sempre il mio professore, un ripassino non fa mai male.
Troverete tutto l’intervento alla conferenza di Tim Leberecht sottotitolato in italiano al seguente link: