Il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump è entrato a far parte di un circolo molto esclusivo formato da altri due personaggi. Sul primo si è già dibattuto abbastanza, per cui mi concentrerò sugli altri due. Xi Jinping, Presidente della Repubblica popolare cinese (RPC) e Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa. Dobbiamo imparare a conoscerli, o perlomeno conoscere a grandi linee le loro storie. Perché dalle loro decisioni, seppur indirettamente, dipendiamo anche noi abitanti dello stivale.
Xi Jinping
Forse il meno conosciuto dei due fa parte del gruppo dei Taizi, i “principi rossi”. Figli e nipoti di quelli che presero parte alla “Grande Marcia” e di chi fu direttamente coinvolto nella vittoria comunista del 1949. Nasce a Pechino nel 1943, figlio di un combattente comunista di lunga data. Dopo l’incarcerazione del padre (capo del dipartimento di propaganda del PCC) durante la Rivoluzione Culturale Cinese, Xi viene inviato in un gruppo di produzione nello Shanxi dove inizia la sua carriera politica. Nel 1971 entra nella Lega della gioventù comunista cinese, cosa che gli da la possibilità di iscriversi al Partito nel 1974. Dopo una breve esperienza di lavoro nella segreteria della Commissione militare centrale ha la possibilità di diventare presidente della Scuola di partito della città di Fuzhou, capitale della provincia del Fujian. Provincia di cui diventerà prima vice-governatore e poi governatore nel 1999. Il 2002 è l’anno del suo trasferimento nello Zhejiang, regione che, grazie alla capacità politica del nuovo sovrintendente di attirare investimenti stranieri, diventerà una delle zone più virtuose della Cina. Questa indole al tessere relazioni, sia nazionali che internazionali lo porta a Shangai dove prenderà il posto del segretario del Partito Chen Liangyu, risultando un politico fedele alle direttive del Governo Centrale. Nel 2007 si ha la vera svolta per il futuro Presidente, infatti viene eletto membro dell’Ufficio politico del partito e del Comitato Permanente dell’Ufficio politico, quindi nominato primo segretario della Segreteria del Comitato Centrale e ancora presidente della Scuola Centrale. Un anno dopo, sulla scorta dell’apprezzamento del suo operato da parte delle alte sfere del PCC, viene elevato unanimemente dall’Assemblea Popolare Nazionale alla vicepresidenza della Repubblica. Dimostrandosi durante la vicepresidenza degno erede allo scranno presidenziale, il 15 dicembre 2012, durante Il XVIII Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese, è eletto prima capo della Commissione Militare Centrale e poi segretario generale del Partito. Trattandosi delle due cariche più importanti appartenute prima al segretario-presidente uscente Hu Jintao il gesto sancisce il passaggio dei poteri dalla vecchia alla nuova leadership. Il 14 marzo 2013 Xi secondo consuetudine è eletto Presidente della Repubblica Popolare Cinese dall’Assemblea Nazionale del Popolo. Dopo l’elezione ha dato nei fatti la conferma di essere uno dei leader più carismatici e accorti del pianeta.
Vladimir Putin
Nato nel 1952, il 7 ottobre precisamente, vive un’infanzia di povertà in quanto figlio di madre operaia e padre ex-sommergibilista. Le strade di Leningrado e la loro violenza gli faranno da sfondo durante l’infanzia temprandolo. Lui, per sfuggirne, inizia a studiare diritto internazionale e lingua tedesca, laureandosi successivamente presso l’Università di Leningrado. Negli stessi anni si iscrive in una palestra di Judo, arte marziale che diventerà la sua vera passione. L’amore che prova da sempre per la forza e per la disciplina lo fa approdare nel KGB, dove entra nella sezione del controspionaggio. Dopo 10 anni di carriera nel dipartimento estero dei servizi segreti viene spedito a nella Germania dell’Est a Dresda. Questa esperienza che gli permetterà di vivere al di fuori dell’Unione Sovietica e di essere esperto nelle questioni di politica estera. Doti che lo porteranno a diventare il braccio destro di Anatoly Sobchack, l’integerrimo sindaco di Leningrado che restituirà alla città il nome di San Pietroburgo. Ritornato in Russia dopo la caduta del muro di Berlino, Vladimir si interessa di affari azionari, apre ai capitali tedeschi le aziende cittadine e diventa vicesindaco. La sua corsa al municipio però deve fermarsi quando Sobchack perde le elezioni nel 1996. La debacle del collega in realtà si trasforma in un volano per Putin che viene chiamato a Mosca da Anatoly Chubais, giovane politico ed economista che lo raccomanda a Boris Eltsin, all’epoca Presidente della Federazione Russa. La scalata alla vetta della Russia lo porta ad assumere in rapida successione tre cariche molto ambite. La prima è quella di vice di Pavel Borodin, gestore dei beni immobiliari del Cremlino. La seconda è l’essere nominato capo del Servizio Federale di Sicurezza, figlio del dissolto KGB. Mentre la terza e più importante lo consacrerà capo del Consiglio di Sicurezza Presidenziale. Il 9 agosto 1999 Boris Eltsin si ritira dalla presidenza. Vladimir che intanto è diventato primo ministro, dopo una breve campagna elettorale basata perlopiù sul disprezzo verso le altre compagini politiche, viene eletto presidente per la prima volta con il 50% dei voti. Si impegnerà per tutto il primo mandato alla spinosa questione dell’indipendenza cecena, la cui intransigenza sul reprimerla sarà la sua fortuna politica. Questa insieme alla rinnovata propensione ad un governo centrale e moscovita lo consacreranno come guida delle popolazioni convinte della causa russa contra omnes. Nel marzo 2004 viene eletto Presidente per un secondo mandato sull’onda del 71% dei consensi. Quattro anni più tardi il suo fedelissimo Dmitrij Medvedev gli da il cambio come capo della Federazione. Putin torna così alla carica di Primo Ministro. Successivamente, nel mese di marzo del 2012, come previsto da tutti, viene rieletto per la terza volta Capo dello Stato. Dimostrando ancora una volta la saldezza della sua politica e della sua leadership.