In un mondo che prigioniero è (di gas serra e inquinamento di ogni genere) a volte compaiono anche buone notizie, che non sono il frutto di chissà quale miracolo, ma semplicemente di una politica oculata e lungimirante. Lo stato della Bassa Austria, il più esteso dei nove che compongono l’Austria, con capitale Sankt Polten ha recentemente raggiunto l’obiettivo di produrre il 100% dell’energia necessaria tramite fonti rinnovabili. Il premier Erwin Proell ha dichiarato che sono stati compiuti pesanti investimenti per migliorare l’efficienza energetica ed espandere l’uso delle rinnovabili. Dal 2002 la cifra impiegata a questo scopo ha sfiorato i tre miliardi di euro e grazie a questi soldi si sono potuti costruire, per esempio, dei “parchi solari” oppure sono state rinnovate le centrali idroelettriche sul Danubio. Ora il 63% dell’energia della Bassa Austria proviene dall’idroelettrico, il 26% dall’eolico, il 9% dalle biomasse e il restante 2% dal solare. In Austria, nel suo complesso, il 75% dell’energia arriva da fonti rinnovabili e solo il restante quarto proviene da combustibili fossili. Nel 1978 l’Austria con un referendum aveva deciso di abolire lo sfruttamento dell’energia nucleare (si ricordi che il disastro di Chernobyl sarebbe avvenuto solo 8 anni più tardi, infatti in Italia l’abolizione è arrivata puntuale nel 1987). Anche dal punto di vista dell’occupazione, la “green energy” è una scommessa assolutamente vinta: in Bassa Austria sono stati creati 38000 posti di lavoro, anche se entro il 2030 l’intenzione è di portarli a 50000. Siamo all’inizio di una sensibilizzazione ormai sempre più necessaria che deve riguardare tutti i Paesi del mondo? Sicuramente la speranza è questa e un altro indizio confortante è la notizia rilanciata qualche giorno fa dal quotidiano argentino La Nacìon. Il discutibilissimo governo Kirchner ha infatti approvato un piano che porti il Paese a produrre il 20% della propria energia tramite fonti rinnovabili (a fronte del misero 1% attuale) entro il 2020. Il primo step è raggiungere l’8% nel 2017. Gli esperti, considerando il potenziale ambientale dell’Argentina, hanno ben presto fatto notare come queste stime siano poco ambiziose e come si possa fare molto di più a Buenos Aires e dintorni. Un punto importante, però, del decreto-legge varato dal governo della Presidenta è il fatto che i fruitori di grandi quantità di energia debbano, in accordo con le proporzioni statali, fare in modo di ottenere almeno parte dell’energia di cui necessitano in forma pulita. E in Italia come stiamo messi a percentuali? Per la verità, i livelli in Italia sono abbastanza buoni, anche se doverosamente migliorabili. Secondo Terna, nel primo semestre del 2015 l’Italia ha coperto il 37,1% del fabbisogno energetico del Paese tramite le energie rinnovabili, mantenendo stabili rispetto all’anno precedente le fonti bioenergetiche, ma incrementando la produzione sia a livello eolico che solare che geotermoelettrico. Ogni Paese ha caratteristiche diverse sia di conformazione del territorio sia di popolazione, ma anche di disponibilità energetica (petrolio, gas naturale…), quindi è difficile uniformare il mondo intero. Quel che è certo è che viviamo su un pianeta al collasso che necessita dei piccoli gesti consapevoli di ognuno, ma anche dei piani intelligenti e studiati dei governi. Speriamo che gli allarmi lanciati dagli esperti riguardo il costante peggioramento dei livelli di gas serra registrati e il susseguente surriscaldamento della Terra non rimangano ancora una volta inascoltati e che, per una volta almeno, chi ha la possibilità di decidere lo faccia nel migliore dei modi. Abbiamo appena visto chiudere in Italia un Expo che ha rilanciato, anche solo marginalmente, le questioni dell’alimentazione; ora la necessità è che l’Expo del 2017 che si terrà ad Astana, in Kazakistan, con il tema “Future energy” si apra con un discorso chiaro da parte di chiunque lo terrà: “per la tutela dell’ambiente in campo energetico abbiamo fatto tanto, ma resta ancora molto da fare”. Se si continuerà ancora a sottovalutare la questione, vivremo sulla nostra pelle gli effetti disastrosi del cambiamento che non siamo riusciti a portare.

Marco Brero